Il termine “geroglifico” non
è un termine egizio; si tratta di una parola di origine greca formata da
hieros, che significa “sacro” e da “glyphein”, che significa “incidere”,
“scalfire”.
Per gli antichi Greci i geroglifici erano una scrittura sacra e incisa, ovvero una
rappresentazione scolpita sulla pietra, del sacro.
Tomba del governatore Maja, Saqqara, Cairo |
Ed è così veramente.
Per gli antichi Egizi i geroglifici rappresentavano “la parola
di Dio”, che era necessario saper comprendere.
Ma che cosa è di così
abbastanza sacro da diventare geroglifico?
Gli antichi Egizi ci
avrebbero risposto: “Tutte le espressioni della vita, dalla pietra alla stella,
dall’animale all’uomo”.
I geroglifici apparvero per la prima volta sulla paletta del Re
Narmer o sulla mazza del re Scorpione, che celebrano la vittoria sulle tenebre
di questi antichi fondatori della civiltà egizia, circa 3200 a.C.
Gli studiosi pensano che i geroglifici esistessero già prima di
questi re.
Questo potrebbe voler dire
che i geroglifici hanno un età di
cinquemila anni.
Champollion, lo studioso
francese che per la prima volta decifrò questo sistema di scrittura, diceva:
“I geroglifici
egiziani si presentano sempre nella loro forma già perfezionata, per quanto
antichi siano i testi sui quali noi li studiamo”.
I geroglifici usati durante l’Antico Regno (3200-2270 a.C.), quelli che
furono incisi al tempo della Piramidi, sono di una bellezza straordinaria.
Ogni segno è un piccolo
capolavoro, rifinito dalle mani di artigiani molto geniali.
Mi fanno pensare alle
immagini incise sul rovescio delle corniole romane. Superbi capolavori in
miniatura da osservare con la lente di ingrandimento.
Attualmente il latino ed il
greco sono delle lingue così dette “morte”, che nessuno parla più, ma non è
così per i geroglifici.
Se osserviamo un testo
scritto con i geroglifici noteremo che esso è pieno di esseri animati
come animali, donne e uomini in azione, uccelli, mammiferi, pesci, anatre…
ricordiamoci che queste immagini continuano ad agire nel mondo invisibile anche
dopo migliaia e migliaia di anni.
L’universo dei geroglifici
abbraccia la realtà in tutti i suoi aspetti. Essi aboliscono il tempo.
Sono al di sopra delle mode,
inalterabili, fissati per sempre nell’eternità.
Le piramidi stesse sono in
realtà un monumentale geroglifico in pietra e la loro decifrazione sta
richiedendo gli sforzi di molti studiosi e ricercatori.
Gli antichi Egizi erano
talmente persuasi di questa efficacia quasi magica dei segni geroglifici al
punto che in certi casi si prendevano la cura di tagliare in due i leoni e i
serpenti, per impedire loro di nuocere, oppure inchiodavano al suolo con dei
coltelli i rettili pericolosi.
Dunque, quando vi recherete
in Egitto, sarà meglio che non vi
avviciniate troppo alle pareti ricoperti di geroglifici e soprattutto non li
tocchiate.
Eviterete di risvegliare il
leone o i serpenti e non danneggerete i geroglifici.
Non si può parlare di
progresso quando siamo davanti al sistema di scrittura geroglifico, perché esso
nacque perfetto e non ha conosciuto miglioramenti.
Questo fatto ha
rappresentato un formidabile elemento di stabilità, comparabile all’istituzione
faraonica, unico regime politico per più di tremila anni.
Solo quando per l’Egitto
iniziò il periodo di decadenza l’incisione divenne a volte meno curata e di
minore qualità.
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