giovedì 28 febbraio 2013

L'USO DEI COSMETICI NELL' ANTICO EGITTO







Il desiderio di piacere attraverso i profumi è antico come il mondo, e la vanità non è certo una caratteristica soltanto femminile, nell'antico Egitto era molto sentito il desideriodi piacere e di piacersi.

donne che si profumano

Ma molti altri sono stati, attraverso i secoli, gli usi di essenze, unguenti, aromi.

I faraoni d'Egitto non erano immuni da suo fascino.
I   PROFUMI:
la loro fragranza inebriante impregna, per così dire, tutte le pagine della storia dell’umanità.

Quanti uomini si sono lasciati conquistare da un profumo suadente, e quante donne hanno addirittura messo a repentaglio la propria vita per possedere un’essenza rara?

Un re di oltre 2000 anni fa aveva una tale passione per i profumi che questi furono, non tanto metaforicamente, la causa della sua … caduta!




Fra tutti i monarchi del mondo antico nessuno mai ebbe altrettanta passione per i profumi quante ne ebbe re Antioco IV Epifanie, che regnò sulla Siria dal 175 al 163 a.C.

Ma l’uso del profumo risale a molto tempo prima dell'antico Egitto.


Tre millenni prima di Cristo, in Egitto, i profumi avevano assunto anche un valore sociale, anzi diplomatico: i faraoni, infatti, ne facevano dono ai sovrani alleati.

Nel 1500 a.C. la loro importanza commerciale era già molto notevole, dato il largo uso che se ne faceva nella vita quotidiana.

E in seguito non hanno fatto altro che diffondersi nel mondo: ovunque, essi evocano immagini di lusso e di eleganza, di bellezza e di prestigio.

Ingenti capitali sono oggi impiegati in quella che è una delle industrie più lucrose e fiorenti.

Come si spiega un successo così stupefacente?

La vanità, in ogni senso, è vecchia quanto il mondo.

Presso gli antichi Egizi, come oggi, i due sessi hanno sempre cercato di attrarsi, di piacersi a vicenda.

Gli Egiziani avevano grande cura del proprio corpo e furono senza dubbio i primi ad elaborare vere e proprie ricette di profumi e di rudimentali deodoranti.

Soprattutto all’epoca dei Tolomei (dal 306 al 30 a.C.), la fabbricazione dei profumi divenne in Egitto una vera industria, i cui prodotti erano destinati non solo a uomini e donne,  ma soprattutto agli imbalsamatori, che ne impiegavano grandi quantità.

Le piccole giare che contenevano oli e profumi sono tra gli oggetti più belli ritrovati nelle tombe egizie.

Molti di questi recipienti avevano forma di uccello o di pesce; i colori, blu o ambra, si riteneva che aiutassero il profumo a mantenere intatta tutta la sua fragranza.

Ma solo i ricchi potevano permettersi questi stupendi porta-profumi.

I poveri si cospargevano invece di olio di palma, di cui c’era grande abbondanza.

I sacerdoti che preparavano i profumi li conservavano in piccole scatole di alabastro o di onice, oppure in fiaschette di vetro soffiato come quelle che si possono ammirare nel Museo Nazionale del Cairo, in Egitto.

Le fiaschette hanno una strozzatura sulla parte finale della boccetta che serviva a impedire una troppo rapida evaporazione del profumo.


Anche 3 mila anni fa era molto importante essere belli.

Leggete questa ricetta:
“Impastare bile di bue, guscio d’uovo di struzzo tritato, germogli di spelta e versarvi un liquido viscoso”.

Sareste autorizzati a pensare che si tratti di una ricetta di cucina alquanto discutibile o di qualche pozione magica, ma in realtà altro non è che la ricetta di una maschera di bellezza inventata, secondo il Papiro di Ebers (un trattato di medicina scritto nel 1500 a .C. trovato in Egitto) per “eliminare le rughe dal viso”.

A quanto pare, allora come adesso, la gente voleva a tutti i costi apparire più giovane e più bella.

Sono state trovate tante altre ricette destinate a rendere la pelle più bella e luminosa.

Si pensava che queste creme facessero miracoli; una, ad esempio, si credeva che potesse trasformare la pelle di un vecchio in quella di un giovane.

Miele e latte, due ingredienti tuttora impiegati nei cosmetici “naturali”, erano tra i rimedi più comuni per i problemi della pelle.

In molti dipinti murali, le donne egiziane vengono raffigurate con particolari oggetti conici collocati sul capo.

Si trattava di pomate preparate impregnando di grasso i fiori e sagomando la massa che ne risultava a forma di cono.

Durante la sera, quando la temperatura aumentava, il grasso colava, penetrando la pelle del viso e del collo e facendo risaltare la bellezza delle antiche egiziane.


Le donne Egizie ricche, potevano schiarirsi la pelle con un composto denso e cremoso
ricavato dalla biacca.

La biacca è stato l’unico bianco disponibile insieme al "bianco San Giovanni" (carbonato di calcio) dall’antichità fino al XIX secolo.

La biacca è un pigmento tossico a base di piombo, è una polvere molto coprente e solubile solo in acido nitrico.

Dal 1921, l’uso della biacca sotto forma di polvere, è stata proibita in parecchie parti del mondo. L’Italia la proibì del 1952.

Oggi viene utilizzata da alcuni pittori, particolarmente legati alla tradizione, per lavori di restauro di antiche pitture.


Ma le tecniche cosmetiche più sofisticate erano destinate a valorizzare gli occhi.

Erano molto in voga ombretti di vari colori a base di antimonio, ingrediente tuttora impiegato nella preparazione del maschere, il noto prodotto per colorare le ciglia.


Gli occhi venivano evidenziati contornando gli occhi con il Khol nero o verde, che venivano estratti dalla malachite, una pietra verde.                                                                            


I capelli venivano dipinti con l’essenza di hennè, come fanno oggi le donne egiziane.

Oltre ad abbellire, i cosmetici avevano uno scopo pratico.

Originari dell’Egitto, gli ombretti per occhi costituivano una protezione contro il sole e prevenivano le irritazioni agli occhi.

Ancora oggi, i beduini e il mondo arabo in generale, usano il khol, una polvere naturale nera che viene applicata nel contorno degli occhi per evitare irritazioni, infezioni.



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lunedì 25 febbraio 2013

GLI EGIZI , LE STELLE E LE PIRAMIDI IN EGITTO



 Studiando le piramidi in Egitto,  il ricercatore Bouval scopre che nel 10.500 a.C.  c'è una corrispondenza stupefacente con la Costellazione di Orione ed il suo cielo e la Piana di    Giza.

Le piramidi in Egitto, il loro disegno, nel cielo e sul terreno, si sovrapponeva con straordinaria precisione a quel tempo iniziale di Osiride, quando Orione iniziò la sua ascesa nel 10.500 avanti Cristo.


Gli antichi Egizi cercavano forse di indicare il loro Tempo iniziale del Mito, il loro Tep Zepi, quando Osiride regnò come loro Primo Faraone?

Cercavano di indicare la impossibile epoca del 10.500 a.C. quale loro Genesi?

Per quanto la traccia fosse debole la Precessione fornì un altro indizio sulla Sifinge e le piramidi in Egitto.

L' oscillazione della Terra sembra far viaggiare le Costellazioni attraverso le epoche.

Gli antichi Egizi fecero particolare attenzione a questo effetto.

Essi studiarono il punto in cui il sole sorgeva, in particolare nel momento in cui la notte ed il giorno avevano uguale durata, il 21 marzo, l’Equinozio, l’inizio della Primavera.

In più osservarono la Costellazione che si collocava dietro di esso e ne studiarono il lento cambiamento attraverso le epoche.

La loro grande Sfinge sembra fatta apposta per osservarla e anche le piramidi in Egitto.

Ogni 2000 anni circa, un altro segno dello Zodiaco appare dietro al sole,  e definisce una nuova Epoca, una nuova Era astrologica e le piramidi in Egitto ne sono una prova.

Ora stiamo uscendo dalla Costellazione dei Pesci ed entrando in quella dell’Acquario.

Prima ancora eravamo nell’Ariete.

Quel momento fu di cruciale importanza per gli Antichi.

Noi lo chiamiamo Equinozio di Primavera.

All’epoca in cui si crede che la Sfinge sia stata costruita, nel 2500 a.C., il sole sorse nella Costellazione del Toro.

Sarebbe stato terribilmente assurdo per un Faraone costruire in quel tempo un monumento commemorativo a forma di Leone.
 

In effetti c’è solo un epoca nella quale la costruzione della Sfinge nella sua forma leonina sarebbe stata appropriata, è l’epoca del Leone, che ebbe inizio nell’undicesimo millennio a.C.

Una debole traccia; alcuni indizi che ci conducono nella preistoria, all’età della pietra; migliaia di anni prima dell’epoca che consideriamo come gli albori della civiltà umana.

E’ un discorso senza consistenza?
Assurdo?
Forse!

Ma secondo un altro ricercatore, Jonh West, con un approccio differente perviene a una conclusione simile.

Jonh West, autore ed  egittologo indipendente, riscontrò che le rocce di un ruscello di montagna, erose dall’acqua, hanno esattamente lo stesso aspetto dello sfondo roccioso della Sfinge e del suo pozzo; erosi dal tempo e dall’acqua.

Secondo West, non serve essere un geologo per osservare e scoprire le cause di quel deterioramento; solamente l’acqua scendendo copiosa sulla parete di recinzione può aver creato questi solchi arrotondati.

Acqua nel deserto del Sahara?

Qui non c’è stata alcuna pioggia degna di rilievo per 9 o 10.000 anni.
L’Età della Pietra è difficile da stabilire, ma per un geologo l’erosione della roccia le narra tutta la storia.

Quando il vento e la sabbia erodo i monumenti, si nota che la parte più tenera di roccia viene spazzata via e si creano creati dei solchi spigolosi.
Tutta la Piana di Giza mostra questo tipo di erosione ad eccezione della Sfinge.

La roccia della Sfinge e della sua recinzione, sembra essere stata erosa da secoli di pioggia torrenziale che lasciarono un profilo arrotondato, ondulato, dandole un aspetto molto diverso rispetto al resto dei monumenti della Piana. 
La scoperta di Jonh West è esplosiva e ci pone una domanda:
Quando è stata l’ultima volta in cui piovve così forte in Egitto?

Certamente non all’epoca dei Faraoni egiziani.

Ma se pensiamo all’acqua in Egitto, non potremmo attribuirla alle inondazioni delle acque del Nilo?
Jonh West asserisce  che se si fosse trattata dell’acqua del Nilo, l’erosione sarebbe più accentuata dal basso verso l’alto e non viceversa.

Cioè troveremo erosioni più profonde nella parte bassa e non in quella alta, come si può vedere osservando il monumento, e non ci sarebbero fessure così profonde come si possono vedere osservando la Sfinge.



I geologi considerarono valide le considerazioni di West e si schierarono dalla sua parte in contrasto con gli egittologi che fino ad oggi non hanno trovato alcuna valida obiezione alle sue conclusioni.

La Sfinge fu erosa da piogge torrenziali prima dei faraoni e delle loro Piramidi?

Quando risale l’epoca in cui tali piogge si riversarono sull’Egitto?

Sebbene ci siano stati molti altri periodi di umidità, emerge solo un’epoca curiosamente si collega al periodo in cui Bouval e Henkok hanno scoperto con la loro archeologia astronomica; quel tempo iniziale che hanno incontrato nei Miti e nei cieli.

Henkok ci racconta che questo tempo iniziale fu un periodo nella storia dell’umanità in cui la terra  attraversava sconvolgimenti senza precedenti.

Un tremendo cataclisma si verificò sulla terra 12,500 anni fa, al termine dell’ultima era glaciale.

C’erano stati 50 o 60 mila anni di condizioni relativamente stabili, con milioni di chilometri quadrati di ghiaccio che ricoprivano l’emisfero settentrionale.

Poi, improvvisamente, per ragioni che nessuno scienziato ha ancora completamente spiegato, tutto questo ghiaccio si sciolse in un lasso di tempo di 2000 o 3000 anni.

 
Un mondo dell’Era Glaciale era molto diverso da quello di oggi, quando una cappa di ghiaccio con uno spessore di un metro e mezzo ricopriva l’Europa e l’America settentrionale.

 La sua fine, concordano gli archeologici, provocò un cataclisma.

Potrebbe trattarsi del Diluvio di cui parla la Bibbia?


L’Egitto attraversò cambiamenti importanti e drammatici alla fine dell’Era Glaciale, in particolare intorno al 12.500 a .C., quando inondazioni molto alte, eccezionalmente alte, coprirono la piana alluvionale.

Fu la fine di tutto, sia nella piana del Nilo che nel delta in generale.

Il Mito parla di questa civiltà che ebbe inizio al termine del grande cataclisma.

Si tratta di quel tempo iniziale, di quella remota epoca degli Dei che viene ricordata dai Miti quando tutto ebbe inizio?

In realtà fu il tempo iniziale per la razza umana?

Ed è allora che i nostri ricordi incominciano?

Ci fu o non ci fu una genesi remota dell’Egitto e della razza umana?

Questi monumenti videro passare i millenni conservando i propri segreti in un maestoso silenzio?

Bouval e Henkok vedono rispecchiati i cieli  e le costellazioni nella Piana di Giza e dintorni.

Antichi astronomi scrissero ovunque una data stupefacente, non più in termini vaghi, ma senza possibilità di errore e nel dettaglio.

Dice Henkok che gli antichi astronomi di Giza si trovavano di fronte ad un orizzonte  ininterrotto di 360  gradi  che invitava all’osservazione del punto in cui  il sole e le stelle sorgevano.

Anche un altro riferimento richiamava la loro attenzione.

La linea nord-sud che divideva il cielo esattamente sopra la piramide di Cheope.

Osservarono le stelle mentre attraversavano questa linea e nel 10.500 a:C. le tre stelle della cintura di Orione assunsero lo schema che si rispecchia esattamente in quello delle tre Piramidi sul terreno.

Un ulteriore dettaglio.

Nel 10.500 a.C., il punto in cui il sole sarebbe tramontato fu visto dagli osservatori di allora proprio dove la cintura di Orione viene indicata, con incredibile precisione, da tre piccole Piramidi che stabiliscono esattamente il punto in cui le tre stelle tramotarono nel 10.500 a.C.


Ma se voi pensate che sia una coincidenza, c’è dell’altro.

Consideriamo quel unico giorno magico dell’anno in cui il passaggio nord-sud delle tre stelle della cintura di Orione coincide esattamente con il sorgere del sole.

In questo giorno speciale il sole sorge in direzione est.

 Oggi la Sfinge guarda alla costellazione dei Pesci. 

Ma spostiamo indietro nel tempo l’orologio della Precessione  e vediamo che cosa succede.

In quel momento speciale, nel 10.500 a.C.,  il sole sarebbe sorto in direzione est, esattamente allineato alla Sfinge nella costellazione  del Leone.

Quindi, è solo in questo memento, nella costellazione del Leone che la Sfinge avrebbe potuto osservare la propria immagine riflessa nel cielo!!!

Ma se questo non fosse ancora sufficiente, c’è dell’altro.

Perché la Sfinge è spostata alla destra dell’asse principale  est-ovest della Piramide di Crefren?

E perché quella strada inclinata verso sud rispetto ad essa?

Gli antichi costruttori di Piramidi non lasciarono nulla al caso.

Quindi qual è il significato di questo insolito spostamento?

La strada è spostata di 14 gradi, la Sfinge leggermente sulla sinistra.

Perché?

Il computer ci fornisce la risposta.

Mostra che questo è il punto in cui il sole sarebbe sorto.

Esattamente nella direzione della strada, 14 gradi verso destra.

Un perfetto allineamento con la strada stessa.

Ma cosa c’è qui?

A sinistra c’è la costellazione del Leone e quello che gli antichi videro fu che il sole sorgeva in direzione della strada e a sinistra la Sfinge, per metà sepolta e con la testa e le spalle che sporgevano al di sopra della sabbia.

 Nella stessa maniera in cui la costellazione del Leone sarebbe stata vista sorgere al di sopra dell’orizzonte con la testa e le spalle che sporgevano al di sopra della sua linea.

La Sfinge e le Piramidi si uniscono  a formare un gigantesco ologramma astronomico del cielo sopra l’Egitto, attorno all’anno 10.500 a.C..

In quella epoca e solo in quella epoca, i corpi celesti chiave, sono rappresentati con impeccabile accuratezza, visti da ogni angolo e direzione concepibile.

Se ricordiamo la splendida precisione con cui i costruttori delle Piramidi lavoravano, è impossibile attribuire a pura coincidenza questa complessità sincronizzata.

Quello che vediamo qui è un complesso architettonico che ci indica un’epoca precisa, riferita al periodo attorno al 10.500 a.C., quasi 8.000 prima della presunta data di inizio della civiltà egiziana.

Ogni civiltà possiede un Mito della Creazione, un inizio, ma gli Egizi furono estremamente precisi su quello che avvenne alle loro origini.

Ci dicono che la terra era completamente ricoperta dalle acque e la terra fisica, materiale, emerse da questo, formando un tumulo sul quale la Creazione ebbe inizio, sul quale ci fu una prima alba, un primo sorgere del sole.

E’ come se, ad esempio, chi costruì le Piramidi ripresentasse di nuovo quel momento.

Quel tempo degli Dei in una commemorazione del tutto normale, fissandolo, se vgliamo, in un’espressione grandiosa.

Ritengono che, se esistesse, il tumulo originario potrebbe essere questo: “Giza”.

In verità i testi si riferiscono all’area attorno a Giza , Eliopolis, come al  luogo in cui avvenne la Creazione.

Quindi dovremmo prenderli in parola.

Questi ricercatori indipendenti ritengono che la Sfinge possa veramente rappresentare realmente i resti fisici di quella  civiltà perduta che toccò questo luogo 10.500 anni fa.

Essi non pretendono che le Piramidi risalgano a quella epoca, quello che sostengono è che esse ci parlano di quella data remota.

Non c’è alcun dubbio  che gli antichi Egizi siano stati gli eredi di conoscenze e saggezze  ben più antiche.

L’antico Egitto credeva che ci fosse una volta un tempo iniziale, una genesi in cui regnavano gli Dei.
I più grandi complessi rituali sulla terra si ergono come monumenti  a quel credo.

La grande Sfinge costituisce forse un lascito di qualche civiltà a noi sconosciuta?

Le altre Piramidi furono costruite a caso come gli esperti  egittologi credono?

Oppure furono iniziate ancora prima degli albori della storia e poi trasmesse ai Faraoni perché le completassero?

Gli stessi antichi credevano in tale lascito, come oggi fanno Bouval e Hankok.

Esiste forse un indizio, un piccolo mistero anche nel museo di Berlino?

Un antico papiro, che si trova al museo di Berlino, ci racconta la storia di come Cheope, l’antico costruttore della grande Piramide, cercò ad Eliopolis una misteriosa scatola nera  che conteneva il numero delle camere segrete del  Santuario di Thot.

Che cos’era questa Arca di Thot?

Una miniera di saggezza antica di cui Cheope aveva bisogno per costruire la sua Piramide?

Thot, scriba degli dei e  guardiamo della loro saggezza.

Un’arca perduta, contenente il sapere di un passato ancora remoto?

Qualcosa del genere potrebbe essere sepolto dietro la porta segreta della Grande Piramide?

Tenendo in conto la cura che Cheope impiegò per nasconderla, deve averla considerata della massima importanza.

Oppure il segreto è nascosto qui, nel punto esaminato con il sismografo da Jonh  West.

Il sismografo ha rivelato che proprio fra le zampe della Sfinge c’è un grande ambiente sotterraneo che misura circa 12 metri per 15, a forma rettangolare ed è cinque metri sotto la superficie dello strato di roccia.

Mentre questi ricercatori autodidatti scoprono nuovi indizi che sfidano i dogmi di esperte autorità,  questi ultimi adottano un fronte comune di silenzio.

Viene bloccata qualsiasi indagine sulle camere segrete o su qualche simbolica Arca perduta.

Forse, nessuno vuole risvegliare vecchie voci trasmesse nel presente e nel passato.

Gli antichi Greci scrissero che i Sacerdoti egiziani rivelarono di una civiltà esistente prima della loro; la chiamarono Atlantide.



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mercoledì 20 febbraio 2013

PIRAMIDI IN EGITTO - GLI ANTICHI EGIZI E LE STELLE


Gli studiosi come Bouval e altri, hanno rivolro l'attenzione sulle piramidi in Egitto e non solo.




Gli studiosi dicono che gli antichi Egizi non avevano un’alta conoscenza dell’astronomia,  ma, sul soffitto del Tempio di Dendera troviamo il famoso firmamento con le costellazioni e i vari pianeti  e quindi possiamo pensare che essi avessero una grande conoscenza del cielo; quello che si può osservare è la perfezione, la bellezza ed il fascino che questo alto rilievo ci mostra.


Qui possiamo osservare le varie costellazioni zodiacali: si vede molto bene il Leone, i Pesci, il Toro e la costellazione di Orione con la Stella Sirio., collegate alle piramidi in Egitto.

La posizione odierna delle stelle nel cielo non è la stessa di quello che appare a Dendera, nei tempi antichi.

 Questo è dovuto ad un fenomeno che si chiama Precessione, che possiamo vedere bene nelle piramidi in Egitto.

Non soltanto la terra ruota ogni giorno ma gira anche attorno al suo asse in una grande oscillazione ogni 26.000 anni come una testa gigantesca.

Dalla terra questa lenta oscillazione fa si che le costellazioni ci appaiono come se viaggiassero attraverso i cieli e attraverso le epoche.

Robert Bouval dice che gli egittologi e gli studiosi dei geroglifici, ignorano la Precessione, ma senza di essa alcuni misteri delle piramidi in Egitto  non possono essere risolti.

 Perché è proprio la Precessione che sarà la chiave che svelerà gli enigmi delle Piramidi in Egitto.

La precessione cambia l’altitudine delle stelle che noi vediamo mentre girano nel cielo ogni notte.

Chiunque potesse osservare, vedendo i millenni passare sopra la propria testa, potrebbe scorgere le costellazioni sorgere e tramontare ogni 26.000 anni con il lento ondeggiare dell’oscillazione terrestre.

La costellazione di Orione rappresentava per gli antichi Egizi una divinità e può spiegarci come essi modellarono i fori nella Grande Piramide.

Per gli antichi Egizi, Orione era Osiride il grande Dio della risurrezione.

Usando un programma computerizzato, Bouval e Henkok riuscirono a risalire al cielo sopra l’Egitto nel 2.500 a.C. e, con grande sorpresa fecero una grande scoperta: 
nel 2500 a.C. il foro della camera del Re era orientato verso Orione, il Dio Osiride. nelle loro piramidi in Egitto.

Sulla sinistra di Orione si vede la grande stella Sirio.


Per gli antichi Egizi era la Dea Iside, la sposa di Osiride.

Se il foro della camera del re era puntato sulla costellazione di Orione, quello nella camera della Regina era orientato su Sirio, la Dea Iside.

Così gli Egizi costruivano questi canali verso le stelle, queste vie di comunicazione verso le loro divinità, Iside e Osiride, i loro Dei della Vita dopo la morte e della risurrezione.

Per gli antichi Egizi l’avvento di Osiride e quello della sua fedele consorte Iside, migliaia di anni prima degli albori della storia, annunciava la nascita dell’Egitto.

I Faraoni credevano sinceramente di essere figli degli Dei, ed è qui  che Hankok e Bouval individuano la funzione dei fori: paiono un percorso per indirizzare il Faraone, dopo morto, verso il suo posto fra le stelle.

Quando un Faraone moriva il suo corpo veniva mummificato e preparato come Osiride e la sua anima era pronta ad ascendere al cielo.

Ma prima che ciò potesse accadere, il Re morto doveva assicurarsi che il potere del divino governo venisse trasmesso a suo figlio, Horus vivente.

Questo avveniva in una cerimonia chiamata “l’apertura della bocca”, durante la quale si usavano degli attrezzi particolari per aprire la bocca della mummia e riportarla in vita.

Dice Henkok che la scoperta di Bouval è stata una vera innovazione.

Questi monumenti erano rimasti muti per quasi 5000 anni, ma attraverso la comprensione ed il significato dei fori hanno cominciato a svelarsi, ma è nato un altro problema.

A Bouval interessa notevolmente la piana di Giza, dove, egli dice, che ogni cosa testimonia un grande progetto unificato, un progetto generale.

Una cosa lo lascia perplesso.

Il fatto che ci troviamo di fronte a tre Piramidi, due delle quali sono di dimensioni quasi identiche e sono erette lungo una linea diagonale; ma la terza Piramide è molto più piccola e sorge leggermente spostata alla sinistra di questa linea diagonale.

Perché?

Che cosa cercavano di fare i costruttori delle Piramidi?

La Piramide più piccola è del Faraone Macerino, figlio del faraone Cheope.

Ma perché, se Micerino era ricco e potente quanto suo padre si è accontentato di una Piramide molto più piccola e  l’ha eretta spostandola sulla sinistra?

Bouval scoprì l’arcano, per caso, mentre era seduto nel deserto di notte con un amico e questi gli mostrò come la stella Sirio sorgesse e poi, puntando un dito verso il cielo gli mostrò la cintura di Orione, proprio sopra le loro teste.

 Gli fece notare come le tre stelle della cintura fossero in fila e come la più alta, la più piccola, fosse spostata sulla sinistra.

Improvvisamente Bouval capì  il significato delle tre piramidi in Egitto, quelle della Piana di Giza.di Giza.

Per quanto incredibile possa apparire, l’aver trovato la correlazione fra la costellazione di Orione e le tre Piramidi di Giza fu solo l’inizio di una splendida avventura.

Bouval cercò un progetto più ampio.

Scoprì che gli Antichi avevano dato nomi astrali ad altre Piramidi della Quarta dinastia:
una a Abu Roash e una a Zawyat al-Aryan; poi controllò il progetto generale e rimase sconcertato.

La Costellazione di  Orione, il Dio Osiride era situata nel cielo così come sulla terra, ma per quanto stupefacente potesse essere l’immagine che ne derivava, qualcosa non quadrava.

Gli Egizi facevano corrispondere il Nilo con la Via Lattea nel cielo e le Piramidi con Orione.

Ma quella non era la posizione che entrambi avevano nel 2500 avanti Cristo, al tempo in cui le Piramidi furono costruite!

Non c’era corrispondenza alcuna con quanto Bouval vedeva sul terreno, o forse il suo computer stava considerando un’epoca errata?

Doveva andare ancora più indietro nel tempo, al Zep Tepi, all’inizio del Tempo, che gli Egizi ricordavano come migliaia e migliaia di anni lontani nel passato,  quando regnava Osiride, il primo Re dell’Egitto?

A quando far risalire il Tep Zepi?

A quando far risalire questo Tempo iniziale?

A causa della Precessione anche le stelle hanno un Tempo iniziale.

Il Tempo iniziale di Orione si situa nel 10.500 avanti Cristo.

Dove stava andando Bouval? 

Indietro nel tempo……………………..


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venerdì 15 febbraio 2013

LE PIRAMIDI EGIZIANE, OVVERO GLI ANTICHI EGIZI E LE STELLE

Quale è la verità che custodiscono le piramidi  egiziane e sulla Sfinge in Egitto?

Tre ricercatori indipendenti, Bouval, Hankok e Jonh West, che che studiano da molti anni le piramidi egiziane lo spiegano in questo scritto.



Agli albori della storia, 13 milioni di roccia compatta, sufficiente per costruire l’intera città di Londra, furono trainate attraverso il deserto per costruire le Piramidi egiziane e la Sfinge.

Nel corso di decenni da queste rocce l’uomo creò monumenti capaci di rendere, al confronto, minuscoli San Pietro o l’Empire State Building.

Le piramidi egiziane di Giza e la grande Sfinge, in Egitto, meraviglie del mondo antico,  sono avvolte nel mistero.

Chi le costruì?
Da quale visione fu guidato?

Gli esperti sostengono che le Piramidi egiziane e la Sfinge  furono erette circa  4500 anni fa per essere le tombe di Faraoni deceduti.

Ma quanta concretezza hanno, in realtà, le prove che legano questi monumenti a Chefren, al re Cheope e al suo periodo?

Frank Domingo esperto in identificazioni di polizia, ha paragonato l’unica statua conosciuta di re Chefren con il volto della Sfinge.


I suoi manuali di identificazione di polizia sono usati in tutto il mondo; la sua opinione ha una certa rilevanza.

Egli trasse la sue conclusioni dopo uno studio attento e meticoloso.

Frank Domingo: “ Dopo aver passato in rassegna tutte le misurazioni, tutti gli angoli e le proporzioni, ho concluso che la Grande Sfinge non riproduce lo stesso individuo della statua del Faraone Chefren. “

Fin dal 1993 l’autorità degli esperti è stata messa in discussione, mentre una nuova stirpe di ricercatori, che impiega metodi ad alta tecnologia, solleva dubbi sulle teorie acquisite, presentando delle prove che non possono essere ignorate ulteriormente.

John West: “Quello che è qui in gioco è l’intera storia della civiltà; non possiamo essere passati direttamente dall’uomo delle caverne all’uomo intelligente di oggi, con le sue bombe all’idrogeno e il suo dentifricio a strisce.”

Hankok: “Non ho dubbi del fatto che gli antichi Egizi fossero gli eredi di conoscenza e di saggezza più antichi. E’ assurdo sostenere, come fanno gli egittologi, che questi monumenti siano stati la creazione dell’infanzia di una civiltà. Questi monumenti, secondo me, sono l’approdo di qualcosa, non il suo inizio.

Robert  Bouval: “Abbiamo l’intrinseco aspetto astronomico delle Piramidi, e abbiamo l’allineamento astrale dei fori. Tutti questi indizi ci suggeriscono che la risposta non è qua giù, ma in cielo.”

Diversamente dall’egittologia convenzionale, Roberto Bouval e Graham Henkok, non cercano dei manufatti nel terreno, la loro ricerca verte su le Piramidi egiziane
La loro archeologia impiega i computer per ricostruire i cieli di epoche passate.
L’intero ordinamento delle stelle ci riporta al 10.500 avanti Cristo.

Il ricercatore John West ha applicato la geologia per pervenire ad una simile conclusione.
Questa scienza indica che la grande Sfinge di Giza è stata erosa da molti secoli di pioggia incessanti.
Ma quando caddero queste piogge in Egitto?
Non durante gli ultimi 12.000 anni.

I geologi, con grande disappunto degli egittologi, si sono schierati con Jonh West.
“L’intera questione dell’erosione è stata sempre lì, in piena vista.

Perché nessuno l’aveva notata prima?

Nessuno l’ha cercata.
E’ come quando cercando delle patate potresti attraversare un campo pieno di diamanti e vi vedi soltanto delle brutte pietre lucenti. 
Così gli aspetti geologici furono semplicemente dati per scontati.
Nessuno li cercò.   Nessuno li trovò.”   Jonh West

Potrebbe questa civiltà essere più antica di quanto noi crediamo?

Un civiltà avanzata e sconosciuta esistita all’età della pietra?

Gli egittologi fissano la data del 300 avanti Cristo circa, come l’inizio improvviso della storia egiziana.
Prima di allora, sostengono, vi furono soltanto dei primitivi migratori dell’età della pietra provenienti dal deserto del Sahara, che popolarono la Valle del Nilo.

Bouval: “Gli egittologi hanno ben pochi mezzi per stabilire la cronologia dell’Antico Egitto.
Ma l’elenco dei Re di Abidos è uno di questi. 
Sulle pareti del Tempio di Abidos  possiamo vedere il Faraone Seti I mentre dice al figlio Ramsess II:
 “ Osserva figlio mio, questa è la gerarchia di tutti i Re dell’Egitto che risale fino a Menes, il primo Re dell’Egitto dinastico”.
Ma gli egittologi si fermano qui, al 3000 avanti Cristo, senza prendere in considerazione l’altro lato della parete, in cui  Seti I dice al figlio Ramsess II:
 “Questo è ciò che accadde molto prima del Regno di Menes, tante migliaia di anni fa, quando la terra d’Egitto era governata da Dei e da Semi-Dei”

Secondo i libri di testo, l’Egitto era appena uscito dall’età della pietra, quando improvvisamente divenne in grado di produrre queste stupende strutture enormi e perfette.

E tutto questo a che scopo?
Per coprire il corpo di un Re deceduto?

Questa teoria di solo tombe, non ha senso.
E nonostante cento anni di ricerca scientifica  molte domande di importanza vitale non hanno ancora trovato risposta.

Ad esempio tre soli Re dell’antica dinastia faraonica costruirono tutto questo, in un arco di tempo un po’ più lungo della durata di una vita.

Quale scintilla li spinse a costruire  in uno stile diverso da tutto quello che veniva prima e venne dopo?

Secondo Hankok i monumenti di Giza hanno delle caratteristiche davvero insolite.

Ad esempio essi sono disposti con precisione impressionante a cavallo del trentesimo parallelo.

E’ una semplice coincidenza o è possibile che gli antichi Egizi conoscessero le dimensioni esatte della terra?

Inoltre, sorprende che queste strutture gigantesche siano allineate esattamente secondo i punti cardinali, perfettamente est-ovest ed altrettanto, nord-sud.

La precisione di questi allineamenti è inquietante,  e non è stata raggiunta in nessuna costruzione moderna.

Come è possibile che possa essere stata applicata quasi 5000 anni fa?

500 anni fa la nostra civiltà non era neppure sicura che la terra fosse sferica e solo 300 anni fa, fummo certi dell’esatta dimensione della terra.

Ma, gli antichi Egizi, sapevano, perché la Grande Piramide si rivela essere un modello matematico dell’emisfero settentrionale  su scala di 1:43200.

Non un numero a caso, quindi, ma una cifra che gli astronomi conoscono grazie al fenomeno che chiamano Precessione, collegato al lento movimento dell’asse terrestre.

La Grande Piramide incorpora il valore trascendente di “P Greco”, che esprime il rapporto fra la lunghezza della circonferenza e il suo diametro e che sta alla base di tutta la matematica applicata.

Secondo Robert Bouval, è evidente che ci troviamo di fronte ad un sistema avanzato di matematica e tecnologia  in un periodo che si supponeva che ciò non esistesse.
E per raggiungere questi risultati  i costruttori dovettero applicare una inclinazione di 52 gradi.
Qualsiasi altra pendenza non avrebbe funzionato.

Possono tutte queste cose essere pura coincidenza?

Per Henkok la precisione di questi monumenti è ossessiva.

Prendiamo la Grande Piramide.
Ogni lato del quadrato di base misura 230 mt.,  ma la variazione nella lunghezza  è di appena 13 cm.
Ciò significa solo lo 0,01%.
Questa incredibile precisione potrebbe far crollare le capacità di una moderna squadra di costruttori.

Come può essere stata raggiunta da gente primitiva appena emersa dall’età della pietra?

Eppure secondo gli egittologi le Piramidi non meritano affatto di essere prese sul serio nella loro accuratezza.
Secondo gli egittologi gli antichi Egizi usavano delle rampe grossolane, avevano schiavi come manodopera,  e non riuscivano a decidere neppure in quale direzione all’interno della Piramide dovessero seppellire il loro Re morto.

Proprio in fondo alla Piramide incontriamo una camera sotterranea. 
Per consenso accademico la consideriamo la camera funeraria originaria, che per qualche oscura ragione venne abbandonata per costruire un’altra, 40 metri più in alto, quando un ulteriore cambiamento del progetto fece abbandonare questa camera della Regina per costruire la camera definitiva del Re, errore dopo errore.

Robert Bouval, essendo un ingegnere, osserva che la tenuta delle giunzioni è ottima, non si può inserire neppure una sottile lametta.
Questa, dice, è sicuramente la prova di una tecnologia molto avanzata e di una progettazione molto rigorosa.
Queste non erano genti che usavano schiavi come manodopera e facevano errori grossolani.
E non erano certamente genti che cambiavano facilmente idea sulla  disposizione della camera funeraria all’interno  di una Piramide.
Cambiare il progetto interno una sola volta è follia edificatoria.
Cambiarlo non una sola volta ma due, è inconcepibile.

Graham Henkok, fa osservare che alcuni dei massi disposti nella parte alta del corpo Grande Piramide, pesa ognuno tanto quanto 100 automobili, e gli egittologi rimangono stranamente imperturbabili di fronte a questo fatto.

Robert Bouval è un ingegnere e dice che per sollevare massi di queste dimensioni a queste altezze, è necessaria una gru speciale.

Come è possibile che un popolo che non aveva quel tipo di macchinari, neppure la più semplice delle pulegge e che usava semplici attrezzi di rame,  abbia potuto farlo?

I manuali ci dicono che queste Piramidi erano tombe reali.
Eppure nessuna mummia è stata ritrovata a Giza; nessuna iscrizione; nulla.

Inoltre i Re della Quarta dinastia costruirono due  tipi di Piramidi.
Perché?

Volevano forse essere seppelliti contemporaneamente in entrambe?

E perché nessuno di loro lasciò delle iscrizioni?

E perché nessuno di loro chiarì ai posteri di esserne il proprietario?


La stanza o la camera dei re, santo dei santi, stanza dai molti misteri.
Tutto ciò che contiene è uno scrigno di granito vuoto.
Il sarcofago è liscio e ben levigato, uniforme.

Lo statunitense Kriss Dank, esperto di perforazioni ci racconta che questo è un oggetto incredibile. E’ un mistero.
Come hanno fatto a costruirlo?

La tipica maniera primitiva di farlo sarebbe stato impiegando una sega a staffa, un trapano ad archetto. Si sarebbero fatti strada con l’attrezzo nel blocco gettando della sabbia e un diamante.

Secondo lui questo sistema sarebbe stato troppo lungo, sarebbe durato troppi anni.
Secondo lui gli antichi Egizi devono aver usato un attrezzo a motore, come un trapano.

Trapani a motore?

Questa sembra essere una conclusione piuttosto azzardata.

Eppure il mistero permane.
Gli antichi Egizi sapevano lavorare il granito e persino la diorite, la pietra più dura esistente in natura, come se fossero di burro.
Trapanavano estraendo con facilità la parte interna di un vaso di diorite, là dove gli attrezzi moderni non riuscirebbero.

Ma la camera del Re nasconde un altro enigma.

Scavati attraverso le pareti e modellati con la precisione di una bocca da fuoco, troviamo dei fori. Sono per la ventilazione, ci assicurano gli egittologi.
Ma in nessun modo questi avrebbero potuto essere dei fori di ventilazione.
Il dettaglio di progettazione è troppo complesso.
 Essi rimontano su un piano inclinato proprio fino all’esterno della Piramide.
Devono aver avuto una funzione molto più elevata.

Questo sospetto venne confermato nel marzo del 1993, quando l’ingegnere tedesco Rudolf Ghentebrik, esplorò il foro meridionale della camera della Regina con un minuscolo apparecchio fotografico automatico ad alta tecnologia.

 Egli riscontrò che era bloccato da una porta in pietra con cardini in metallo.
Una camera che gli antichi Egizi si accertarono di nascondere ad occhi indiscreti.
La porta non venne mai aperta.
Altri fori non ostruiti si aprivano verso il cielo.
Quindi quale vera funzione avrebbero potuto avere?

Un indizio era stato fornito negli anni 60, quando alcuni astronomi dimostrarono che essi erano orientati con estrema precisione verso le stelle.

Un foro puntava su Alfa Draconis, la stella polare dell’epoca delle Piramidi.
Un altro era orientato verso l’Orsa Minore.

Forse l’Astronomia potrebbe essere in grado di far luce sulla faccenda? 
(segue alla prossima puntata…….)


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