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Del deserto del Sahara si sa che un
tempo era verde e lussureggiante, ma ancora oggi gioca un ruolo chiave nel
ciclo della vita sul Pianeta.
Il mese di maggio è il
culmine della stagione secca del deserto.
In questo periodo sono diversi i venti che spazzano il deserto: il Kamsin, il Ghibli, il Levante, l’Harmattan.
In questo periodo sono diversi i venti che spazzano il deserto: il Kamsin, il Ghibli, il Levante, l’Harmattan.
Questi venti giungono fino
in Europa depositando la finissima polvere del deserto su ogni cosa.
Ma i venti del Sahara non
raggiungono solo l’Europa e il Medio Oriente.
Essa è il residuo fossile di microscopiche alghe della famiglia delle diatomee e del residuo di microscopici animaletti presenti nel plancton.
Le diatomee sono ricche di carbonato di calcio e diossido di silicio, mentre la micro fauna del plancton è ricca di ferro e fosforo, due elementi necessari a tutti gli organismi viventi conosciuti.
Ma la cosa ancora più eccezionale
è che questi granelli di sabbia del deserto, in soli sei giorni alimenteranno la vita in una
foresta tropicale a novemila chilometri di distanza.
Basta che un solo granello di
diatomite si sollevi in aria per avviare il processo di rinascita.
Nella stagione secca, i granelli
di sabbia del deserto, grazie alla costante erosione del vento e agli sbalzi di temperatura
del deserto, si disintegrano in una polvere sottile che viene facilmente trasportata
dal vento; ben presto l’aria diverrà satura di questa particelle microscopiche.
In questi ultimi dieci anni,
grazie alla messa in orbita di satelliti quali il Meteosat e Terra, gli
scienziati, che tengono sotto controllo il clima terrestre, hanno rilevato una
circolazione di polveri quotidiana, come una nube che si solleva dal deserto.
La polvere si solleva puntuale
come un orologio ogni giorno a mezzogiorno.
Quello che è iniziato come
un processo a livello microscopico diventa una colossale tempesta di sabbia,
alta come un palazzo di cento piani e larga centinaia e centinaia di chilometri,
tipica in questa stagione.
La nube di antico plancton
invade il continente africano.
Sulla costa occidentale la
sabbia si solleva nell’atmosfera e comincia una traversata epica dell’Atlantico,
sospinta dal vento dominante.
Il satellite mostra le
quarataquattromila tonnellate di sabbia trasportate ogni giorno a migliaia di
chilometri di distanza fino all’Amazzonia.
E’ proprio in queste nubi
che sovrastano la foresta pluviale che l’antico plancton rinasce in un modo
spettacolare.
I minerali contenuti nella
sabbia si dissolvono nelle goccioline e cadono nella foresta amazzonica
sottoforma di pioggia.
Le precipitazioni si
abbattono incessantemente durante la stagione delle piogge riversando
quarantuno miliardi di chili di sabbia africana sulla foresta sottostante.
Quello che un tempo era plancton
ora penetra nel suolo e nelle radici degli arbusti rivitalizzando la foresta.
La fertilizzazione della
foresta amazzonica compiuta dalla sabbia sahariana è rimasta invisibile all’occhio
umano fino all’avvento del satellite “Terra”.
La strumentazione di questo
satellite è talmente sensibile che è in grado di rilevare non solo la
migrazione della sabbia sahariana verso l’Amazzonia, ma di misurare la crescita
della vegetazione dallo spazio.
Ora è possibile osservare
cosa succede al termine della stagione delle piogge quando torna il sole.
Per la prima volta dopo sei
mesi i raggi del sole inondano la foresta; il risultato è un’esplosione di
vita.
Per ogni foglia spuntata ne compariranno
altre tre in soli dieci giorni.
Un’ondata verde dilaga nel continente.
Un’ondata verde dilaga nel continente.
La migrazione della sabbia del deserto del Sahara
in Amazzonia è solo uno delle migliaia di processi simili che distribuiscono minerali
vitali agli habitat di tutto il pianeta.
Deserti, montagne e antichi
sedimenti; ciascuno ha una composizione diversa ed entra nella catena della
vita in una miriade di modi.
Ogni suolo del pianeta
dipende da questi processi.
Le grandi pianure del Nord
America sono il risultato dei depositi glaciali, perfetti per la produzione di
mais e frumento.
In Bangladesch, il delta del
Gange è ricco di ferro eroso dall’Himalaia, un ingrediente essenziale per le
piantagioni di riso.
Altri minerali vengono
trasportati nell’aria, nell’acqua e nel ghiaccio su tutta la superficie
terrestre, permettendo alla vegetazione di ridisegnare l’aspetto del nostro
pianeta.
Questo e altro ancora potrai
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