sabato 27 ottobre 2012

CURIOSITA' DEL DESERTO DEL SAHARA EGIZIANO

La sabbia è costantemente sollevata, trascinata e trasportata via in turbini vorticosi.

Così le dune del deserto dell’Egitto si formano, si modellano, mutano secondo il soffiare dei venti.

 

Sollevate dal vento, le particelle più piccole di sabbia rimangono sospese a mezz’aria; quelle di media grandezza compiono salti in avanti di 2 o 3 metri e quando ricadono ne mandano in aria altre; quelle più grandi vengono sospinte raso terra.

Secondo l’andamento dei venti, avremo dei tipi particolari di dune.

Le dune a forma di stella si originano nei punti in cui confluiscono venti forti da diverse direzioni.

Le dune a mezza luna, chiamate anche barcane, sono create dai venti forti che accumulano la sabbia intorno agli ostacoli incontrati.

Le dune a spada si formano dove la sabbia è più abbondante e sono parallele alla direzione dei venti dominanti.

Le dune longitudinali sono dovute ai venti più deboli e sono perpendicolari alla direzione dei venti dominanti.

I granelli di sabbia più piccoli sono ammassati dal vento in dune alte anche 200 metri che danno origine al deserto sabbioso, detto erg.

La sabbia, infatti, è formata solo dalle particelle comprese tra 0,15 e 0,40 millimetri di diametro: il vento non riesce a sollevare quelle più grandi, e disperde solo quelle piccole.

 

Nel deserto dell’Egitto occidentale incontriamo un altro tipo di deserto chiamato reg, che si è formato dall’erosione continua e costante dei rilievi da parte del vento e dagli sbalzi di temperatura fra il giorno e la notte, lasciando il posto a immensi pianori ricoperti di sassi, ciottoli, particolarmente inospitali.

Solo poche forme di vegetazione, come l’acacia spinosa, riesce a sopravvivere in queste pianure.

Ed è proprio un’acacia spinosa enorme quella che abbiamo incontrato dopo due giorni di viaggio nel deserto.

E’ incredibile come questa acacia possa sopravvivere in mezzo a tanta aridità e senza acqua.

Le nostre guide beduine ci dicono che quest’acacia ha più di cento anni, e in effetti il suo tronco è robusto, la sua chioma è molto frondosa e sembra molto vecchia.

Queste acacie abbiamo radici molto estese e profonde per succhiare acqua dalle falde sotterranee anche in profondità.

 

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Vi ricordate i vecchi film western, magari quelli di John Ford, dove si vedevano quelle splendide inquadrature su vaste porzioni di deserto, dove si vedevano rotolare cespugli di erba secca?

 

Ebbene, quel tipo di erba la incontri anche nel deserto egiziano e basta un leggero soffio di vento per vederla rotolare.

Questa erba  si chiama Salsola kali. Si lascia andare, molla gli ormeggi (se così possiamo dire) per cercare acqua o umidità da altre parti. Esternamente il groviglio sembra composto da sterpaglia secca e morta, ma se il terreno sul quale si fermano è adatto, può riattaccare le radici al suolo e ritornare a vivere perché al suo interno scorre ancora linfa vitale che viene subito attivata.

Questa sembra una buona una strategia di sopravvivenza.

 

 

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venerdì 26 ottobre 2012

LA VOLPE DEL DESERTO OCCIDENTALE EGIZIANO


I deserti sono le zone più calde e più aride del nostro pianeta eppure la volpe del deserto qui si trova a proprio agio.



Un terzo della superficie terrestre è occupato da distese desertiche; sempre mutevoli, spazzate dal vento e infuocate dal sole.

Solo piante e animali con grandi capacità di adattamento sopravvivono in questo difficile habitat, come la volpe del deserto.

Poche specie resistono a queste temperature che di giorno sono roventi e alla notte possono scendere anche sottozero: ebbene sembra che la volpe del deserto non ne risenta affatto.

Il calore implacabile e l’arsura del terreno influiscono in modo determinate sulle abitudini della fauna locale.

C'è vita animale anche nei deserti, nonostante l’estrema ostilità dell’ambiente, dovuta alla permanente scarsezza d’acqua e all’alternarsi del caldo diurno e del pungente freddo notturno.

Nonostante la mancanza d’acqua e gli sbalzi di temperatura, la vita animale nel deserto è più ricca di quanto si creda.

Per gli animali del deserto è indispensabile eliminare il minor quantitativo di acqua possibile.

Anche nelle più aride zone desertiche, come nel Sahara egiziano, si trovano insetti che vivono di vegetazione ormai secca (trasportata dai venti dai Paesi più umidi)  che costituiscono la preda di sauri, ragni e scorpioni.
Nel deserto l’elemento caratterizzante è la forte siccità.

Tuttavia il rischio più grande per la fauna che li popola non è morire di sete o di caldo, ma di fame.
Nel caldo deserto egiziano vive la piccola volpe del deserto: il fennec.

Le enormi orecchie della volpe del deserto o fennec servono in parte a disperdere la temperatura corporea e in parte per avere un udito sensibilissimo per  udire i movimenti delle loro prede, come i roditori, che si aggirano di notte per il deserto.

E’ essenziale per animali che vivono nel deserto possedere sensi acutissimi: i carnivori devono trovare prede in un ambiente, dove la vita è scarsa. 

Lo sviluppo delle orecchie rappresenta un carattere che l’evoluzione ha fornito a tutti gli animali che abitano il deserto.

Inoltre la maggior parte di queste specie è notturna, e, per esse, l’udito è il senso più utile.


Il fennec o volpe del deserto, deve trascorrere l’intera giornata rintanata sottoterra, nelle sua tana, uscendo solo al tramonto.

La  piccola volpe del deserto, in particolare, non dispone di altra acqua tranne quella contenuta nel corpo delle sue prede.

Il fennec si è adattato molto bene per vivere nel deserto, perché è onnivoro e mangia insetti, rettili, datteri.

Al calar della sera le condizioni ambientali nel deserto cambiano radicalmente.

Nel Sahara egiziano la temperatura può abbassarsi anche di 30°C e con il fresco i fennec e i suoi cuccioli possono finalmente uscire dalle loro tane senza correre alcun pericolo.

Di notte improvvisamente, il deserto si popola. Ci sono anche animali che non ci aspetteremmo di incontrare come i rospi.

Quasi tutte le piccole creature del deserto sono animali notturni; solo con il buio si scopre quanto sia varia e numerosa la fauna di queste zone aride.

In un ambiente che di giorno appare immobile e desolato, di notte si scatena violenta la lotta per la sopravvivenza.

Nei nostri viaggi all’interno del deserto, quasi ogni sera, quando siamo riuniti attorno al fuoco per cena, arriva qualche volpe. Silenziosa, guardinga, stimolata dal profumo del cibo che si cuoce sul fuoco, si aggira silenziosa attorno le tende in cerca  di qualche avanzo di cibo.
E’ una sorpresa e una meraviglia poterle osservare nel loro ambiente naturale; ogni volta mi sembra di trovarmi sul set del programma televisivo condotto da Piero Angela, Quark. 

Io che sono un’amante degli animali, soprattutto di quelli che vivono selvaggi nei loro ambienti naturali, e delle trasmissioni di Piero Angela, non mi sembrava vero trovarmi faccia a faccia con uno dei più timidi, curiosi e ritrosi animali del deserto.

Agitata e felice come un bambino, afferro la macchina fotografica e mi scateno in una serie di foto eccezionali. Per avvicinarla a me un po’ di più, le lancio un pomodoro. 

La piccola volpe del deserto, intelligente e astuta (non per niente è una volpe) annusa il pomodoro e lo lascia per dirigersi verso la griglia dove si sta cucinando il pollo.

Sono così concentrata su questa piccola volpe che non mi accorgo che ce ne sono altre due che girano attorno al nostro campo tendato. 

I fennec sono animali molto discreti, puliti e anche se la fame li spinge ad essere coraggiosi e ad osare, avvicinandosi a distanza di braccio da noi umani, basta un movimento brusco di una mano per farle scappare…. Ma poi, ritornano.

Alla fine abbiamo lasciato un uovo crudo a ciascuna di loro e dopo averlo afferrato, se ne sono andate.

Il mattino dopo è stato commovente osservare le loro piccole orme sulla sabbia che s’incrociavano, si dividevano, si allontanavano le une dalle altre. 
 

Interessante vero! Se sei un amico/a degli animali i nostri viaggi fanno al caso tuo.
Se vuoi saperne di più, contattaci e ricorda....... gli animali è molto meglio osservarli nel loro ambiente naturale che dentro le gabbie di uno zoo! 

 
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http://egitto.posterous.com/la-fauna-nel-deserto-occidentale-egiziano P.S .: nel post precedente "il deserto del Sahara egiziano", c'è un errore di battitura. Il Sahara non è esteso 8.000 Km. quadrati, bensì 8.600.000 Km. quadrati.  Mi scuso per l'errore.                                     - . - .- . - . - . - . - . - .- . - . - . - . - . - . - . - .- I deserti sono ... http://egitto.posterous.com

giovedì 25 ottobre 2012

il DESERTO DEL SAHARA EGIZIANO

Con i suoi 8000 Km. quadrati di superficie, il deserto del Sahara è il più esteso deserto del mondo ed è a sua volta una porzione, quella africana, del grande sistema di deserti che prosegue verso est in Medio Oriente e poi in Asia Centrale.

Nel Sahara l’Africa mostra una parte del suo scheletro roccioso. Al suo interno si trovano regioni molto diverse: insieme alle grandi distese di dune sabbiose ci sono ancora più grandi distese di ciottoli e pietre, immensi altopiani, montagne altissime accanto a depressioni che scendono sotto il livello del mare.

 

Il Sahara è anche una regione dai grandi contrasti climatici. L’assenza di vegetazione e di nubi fa sì che d’estate si raggiungano temperature di oltre  70°C, che possono scendere la notte a -15°C, soprattutto sui rilievi della catena dei monti Tibesti in Ciad.

La temperatura cambia notevolmente in base alla distanza dal suolo. Sulle superfici sabbiose può superare i 70°C d’estate e i 45°C d’inverno.

A due metri d’altezza, tuttavia, la temperatura già si dimezza.

Anche sotto la sabbia i valori scendono sensibilmente: uno strato di 50 cm d’inverno e di un metro d’estate è sufficiente ad annullare l’effetto del calore solare.

 

Il deserto di sabbia, il prodotto finale dell’erosione dei rilievi da parte del vento e della sabbia, si chiama erg. E’ costituito da estesi sistemi di dune continuamente rimodellate dal vento.

Lo incontriamo già nei dintorni dell’oasi di Farafra, ma la sua massima espansione e splendore la troviamo nel grande mare di sabbia verso il Sudan e la Libia.

La sabbia viene costantemente sollevata, trascinata e trasportata via in turbini vorticosi dal vento detto Kamsin e altri di minore intensità.

Il Kamsin non è un vento ciclico, stagionale come i monsoni dell’India, ma si manifesta anche in maniera costante dall’inizio di febbraio fino quasi alla fine di aprile.

Il Kamsin soffia prevalentemente da sud-est trasportando centinaia di tonnellate di sabbia e caldo in tutta il deserto egiziano, giungendo fino alla penisola arabica.

Il nome Kamsin deriva dall'alfabeto arabo e significa 50 (cinquanta), che secondo la  tradizione delle popolazioni del deserto è il numero di giorni consecutivi che spirerebbe con una certa costanza.

 

Secondo la leggenda, nel 524 a.C., il re persiano Cambise II,  figlio di Ciro il Grande, mentre conquistava e sottometteva l’Egitto al suo potere, perse una parte  del suo esercito durante un trasferimento strategico verso Siwa. Una parte consistente del suo esercito, circa 30.000 uomini, venne sorpresa dal vento impetuoso detto Kamsin  e scomparve nel nulla. Fu un disastro militare ed una tragedia umana al tempo stesso e di questo scrisse lo storico greco Erodoto, nelle sue storie.

Il luogo dove L’Armata Perduta di Cambise venne colta di sorpresa dal kamsin, pare si trovi  a Berenice Pancrisia, nella piccola oasi di Bahrin vicino all’oasi di Siwa, dove due fratelli italiani, i Castiglioni, hanno trovato numerose testimonianze scavando nella sabbia.

 

Poco lontano dall’oasi di Baharia incontriamo una depressione chiusa, chiamata sebkha, costituita da un suolo salino e da un lago salato qui presente da migliaia e migliaia di anni. E’ circondata da una delle propaggini dell’oasi. Nonostante le acque del lago siano molto salate ho potuto notare sul bagnasciuga migliaia e migliaia di larve di moscerini e mosche che considerano queste sponde come la loro incubatrice.

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Il clima arido permette solo ad alcune specie di piante e animali di sopravvivere nel deserto, il cui sottosuolo nasconde in realtà immense falde acquifere. Dove queste salgono di più verso la superficie l’uomo ha scavato dei pozzi per l’acqua, creando così le oasi.

 

Se vuoi maggiori informazioni sulle nostre spedizioni alla scoperta del deserto egiziano e della bellezza delle sue oasi, scrivimi o contattami, sarò lieta di condividere con te lo stupore e la meraviglia che i nostri viaggi ispirano.

 

mail: viaggi.laquesabe@gmail.com

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martedì 23 ottobre 2012

DESERTO DEL SAHARA OCCIDENTALE EGIZIANO

Il territorio dell'Egitto è costituito quasi totalmente (circa 95%) dal deserto.

A ovest della città del Cairo si estende il deserto libico, il Sahara, mentre il deserto arabico e il deserto del Sinai si espandono a est del Nilo.

Il deserto del Sahara è uno dei deserti più aridi della terra ma è anche uno dei più spettacolari.

 

Gli antichi egizi ripartivano il proprio territorio in due grandi sezioni: la terra nera lungo le rive del Nilo, fertile, umida, ricca di vita e la terra rossa, composta prevalentemente da deserto.

L’egiziano antico considerava il deserto come il Regno del Dio Seth, antagonista e fratello del Dio Osiride, che, per gelosia uccise e smembrò in quattordici pezzi.

 

Il deserto del Sahara è percorso prevalentemente da popolazioni di stirpe beduina, un tempo nomadi ed ora divenuti stanziali.

Lo sapevi che il termine “beduino” nasce da una parola araba che significa “conoscitore del deserto” o “abitatore di tende”?

I beduini sono i più esperti conoscitori del deserto in quanto è stato il loro campo di giochi e scuola di vita fin dalla nascita.

I beduini in Egitto si sono stanziati, in maniera stabile oramai, in due oasi molto interessanti e piene di fascino: l’oasi di Baharia, a 500 km. dalla città del Cairo e l’oasi di Farafra ricca di acque a 200 km. dall’oasi di Baharia.

 

A ovest dell’oasi di Baharia comincia il deserto occidentale con la grande depressione chiamata Agabat che si protende fino all’oasi di Farafra. La zona dell’Agabat è la più calda in assoluto delle altre porzioni di deserto.

Quando in aprile ho fatto un tour nel deserto, ho notato che la zona dell’Agabat era davvero calda; di notte non serviva entrare nel sacco a pelo per dormire, come invece era necessario fare nel deserto di cristallo, nel deserto occidentale, nel deserto bianco; qui, bastava una coperta.

Le albe più emozionanti le ho viste proprio qui. Il cielo, ad oriente, si dipingeva di rosa/azzurro e la luce chiara, nitida, pulita, illuminava i pinnacoli color ambra che costellano l’Agabat spuntando dalla sabbia come stalagmiti o come enormi funghi.

La mia fervida fantasia vedeva in queste enormi aggregazioni rocciose, gigantesche uova di dinosauro pronte per schiudersi. Vista dall’alto dei monti che circondano questa parte di deserto, l’Agabat  mi appariva come una grande, infinita nursery per dinosauri.

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Quando mi sono avvicinata per osservare meglio quello spettacolo ho notato che tutt’attorno alle formazioni rocciose la sabbia formava un affossamento largo da un metro fino a due metri di raggio e profondo fino a un metro e mezzo. Ho potuto notare che ogni formazione aveva lo stesso vuoto alla sua base. Consultandomi con i miei amici beduini ho saputo che il vento, che soffia spesso nel deserto, in maniera più o meno forte, crea quegli avvallamenti alla base della “uova”.

Chi crede che il Deserto sia fatto solo di sabbia e di dune, lo invito a vistare assieme a noi il deserto del Sahara egiziano, che è uno dei luoghi al mondo più spettacolari e scenografici.

 

Questi luoghi sono stati la location per film come “Il the nel Deserto” di Bernardo Bertolucci o il film “Paziente inglese” che tratta delle esplorazioni nel deserto occidentale nel 1932 del leggendario conte polacco Laszo Almasv  nel film di Anthony Minghella.

 

Lo sapevi che la nostra Associazione propone viaggi nei meravigliosi, spettacolari deserti egiziani?

La particolarità delle nostre escursioni nel deserto è quello di immergersi in esso per giorni, alla ricerca dei luoghi migliori, più spettacolari, più grandiosi, senza quasi mai incontrare altri turisti, in assoluta sicurezza e con le nostre guide beduine, serie, cordiali e affidabili

Nessuna agenzia turistica, né operatore locale accompagna gli ospiti nel deserto nel modo unico, straordinario, speciale come facciamo noi.

 

Per saperne di più, puoi contattarci al n. 338.5956833 oppure scrivendoci una mail a:

viaggi.laquesabe@gmail.com  saremo felici di rispondere alle tue domande, di soddisfare le tue curiosità, di offrirti una opportunità per un viaggio davvero unico e ricco di fascino.

 

 

 

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mercoledì 17 ottobre 2012

NOTTI ALL' OASI DEL DESERTO: BAHARYA - EGITTO

La notte morbida, profumata, seducente scende silenziosa  sull’Oasi  del deserto e sul Camp che ci ospita, colmandomi del piacere di scoprire come sono le notti in un’oasi del deserto

oasi del deserto

Scopro che l’agitazione e i rumori del giorno nell’oasi del deserto si placano piano piano, fino a smettere del tutto.

Scopro che la notte all'oasi del deserto,  porta sulle sue ali blu cobalto una frenesia di stelle luccicanti che s’illuminano a una a una, come se una mano invisibile le stesse accendendo.

 La notte che avanza porta con sé un’oscurità densa, tangibile, che non ho mai sperimentato, essendo io nata nel periodo in cui i nostri paesi vennero dotati di illuminazione pubblica. 

Ma questo buio non fa paura; sopra la mia testa il cielo è talmente trafitto di stelle da essere così luminoso, anche senza la luna, da chiedermi se questa sia la notte

Il deserto è illuminato da una luce bianca.

Nel cambio fra il giorno e la notte si alza, nell'oasi del deserto, un lieve, gentile venticello proveniente dal deserto stesso che fa vibrare le generose verdi chiome dei ficus benjamin che fungono da posatoio per centinaia di uccellini i cui cinguettii cesseranno quando l’oscurità coprirà ogni cosa. 

Tutto si acquieta, tutto si placa.

Sono molto curiosa e voglio vedere l’effetto della notte fuori dall’illuminazione discreta del Camp.

A cento metri dal Camp, sono già nel deserto. 

La sabbia è tiepida e profumata. 
Salgo il dolce colle di sabbia che si espande fino alla piscina di acqua fredda che serve per irrigare i campi. 

Sotto ai miei piedi la sabbia scivola verso il basso mettendo a nudo pietre rossicce.

Mi siedo in cima all’arido colle e mi guardo attorno.
Ammiro la notte all'oasi nel deserto e poi il mio sguardo spazia per kilometri e kilometri senza incontrare ostacoli.
Scorgo in lontananza, semi nascoste dal buio della notte, fuoriuscire dal deserto le sagome delle montagne bruciate dal sole che formano i bordi dell’enorme caldera nella quale giace, silenziosa e tranquilla l’oasi del deserto di  Baharja.

Il tempo passa e la notte si fa sempre più densa fino a coprire il colle sul quale mi trovo. 

Da qui mi sembra di appartenere a un altro universo.
 Le luci colorate del Camp non arrivano fino quassù; esse illuminano piccole porzioni di spazio, segnando dei tragitti per gli umani che ci abitano.

Sono immersa nell’oscurità, ho per tetto un cielo magnificamente ricoperto di stelle, l’aria è profumata e calda, qualche asino raglia e qualche mucca muggisce nei giardini sul lato est del Camp. 

Mi sembra che il tempo si sia fermato; non è più il 2012 d.C., forse è il 2012 a.C. Perché no!

Respiro profondamente. 
Sono grata a questa terra e ai miei amici perchè posso restare seduta in tutta tranquillità su una pietra tiepida, su una collina in un'oasi del deserto, ai margini del deserto, sotto questo incredibile cielo osservando il Camp e le sue tenue luci. 

Il caos della città con i suoi rumori, le sue sfavillanti, violente luci sono solo un ricordo.

Assaporo e prendo contatto con gioia di ritmi antichi, di silenzi impossibili ora divenuti reali, di suoni perduti che il mondo beduino mi fa riscoprire.

Da quanto tempo non sentivo il ragliare di un asino o il muggire di una mucca libera al pascolo? 

Scopro con piacere la gioia della semplicità, della tranquillità, dell’amicizia. 

Scopro il piacere dello stare in un luogo pieno di storia e di umanità sentendomi in armonia con esso.


Se vuoi saperne di più sulla vita in un’oasi del deserto, scrivimi, avvicinami, sarò felice di condividere con te le mie scoperte, le mie sensazioni, le mie gioie.


La nostra Associazione organizza viaggi per conoscere, assaporare, sperimentare altri modi di vivere, di pensare, di essere, di divertirsi nel magico e tranquillo mondo dei beduini del deserto egiziano.

Vuoi essere un turista qualsiasi, uno dei tanti mordi e fuggi destinato a non lasciare traccia di sé o un ospite graditissimo, che verrà ricordato per tanto tempo come un amico, da gente davvero speciale come i beduini del deserto?


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sabato 6 ottobre 2012

THE NEL DESERTO

Bere il the nel deserto è un'emozione strana, degna di un film.

Solitamente, nella mia vita "ordinaria", bevo poco the o quasi nulla.
Ma quando sono in Egitto, ospite dei miei amici beduini, bere il the nel deserto è un rito al quale mi abbandono con infinito piacere.

Dscf1052Il the nel deserto sembra un connubio inscindibile: tra acqua e deserto.

Il profumato, delicato the ti conquista appena avvicini la tazzina di vetro trasparente e bello spesso alla bocca perchè subito ti colpisce il dolce e fresco profumo della menta.

Il the è forte, caldo, dolce, aromatico.

Il the  nel deserto lo si può beve in compagnia, attorno ad un fuoco; al chiuso della casa, della capanna o all'aperto, sotto le palme ed i ficus benjiamin del garden o, meraviglia delle meraviglie, sotto il cielo trapunto di stelle che ammicano lontane ma così incantevolmente vicine o anche in solitudine.

E' un'emozione unica osservare i miei amici beduini, grandi conoscitori del Sahara, delle sue leggi, dei suoi segreti, che, ripetendo gesti millenari, preparano il the nel deserto.

Seduta su colorati tappeti e morbidi materassi, mentre il sole al tramonto inonda di rosso arancio le rotonde e sinuose dune, i miei amici bebuini accendono, con grande maestria, il fuoco con le legna portate appositamente dall'oasi.

I beduini lasciano ardere il fuoco e poi, quando le braci si sono formate, pongono sopra ad esse il bollitore panciuto, dalle forme antiche, dove acqua, the, zucchero bolliranno sul fuoco assieme in un tripudio di profumi e sapori per farci bere un meraviglio the nel deserto.

Il mio amico intona un antico canto beduino che parla del the che bolle e bolle nella teiera sul fuoco e che ristorerà il guerriero stanco.

Le stelle si accendono nella volta celeste che diventa sempre più blu, fino a diventare indaco.

Sopra le nostre teste cieli stellati da mozzare il fiato.

Non ho mai visto tante stelle come in questi luoghi.

E mi ritorna in mente Dante: ".......ed il naufragar mi è dolce in questo mare...."

Ho lasciato a casa ogni preoccupazione, ogni pensiero, ogni tristezza, ogni paura; ora mi abbandono all'incanto, alla maestosità, alla sacralità, al fascino di questi luoghi.

Riconoscente e grata, sorseggio il the nel deserto, scambiando qualche frase nel mio "little english" con i miei amici beduini, mentre le stelle mi stanno a guardare e mi proteggono con il loro splendore.



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venerdì 5 ottobre 2012

EGITTO - DESERTO BIANCO (white desert)

Il deserto bianco egiziano è una delle meraviglie della natura. Riempie gli occhi di fascino e l'anima di gioia. Ci sentiamo in pace e la nostra autostima si rinforza momento per momento. L'immensità del white desert ci fa sentire veramente bene e a contatto con la nostra vera natura. Siamo felici di essere giunti in questo deserto dove possiamo trovare un profondo relax.

Nelle foto puoi vedere come il vento del deserto abbia creato delle splendide sculture che sembrano animali (rabbit), passaggi, tunnel, stargates e un'estensione enorme tutta bianca che sembra neve.

La prima foto mostra uno dei passaggi più particolari attraverso il quale si può solo camminare a piedi. Enormi quantità di gesso e calcare brillano al sole quasi accecandoci.

La seconda foto l'abbiamo chiamata "stargate"; la porta delle stelle.... ed è vero! E' stata una grande scoperta ed una realtà meravigliosa.

La terza foto rappresenta una delle sculture più famose che il vento del deserto (Kamsin) scolpisce. Il coniglio (Rabbit) è lì che ci aspetta.

Il deserto bianco con i suoi luminosi panorami invita alla gioia, al divertimento, al senso di meraviglia di quando eravamo bambini, come da foto.

La bellezza e l'incanto del deserto bianco trasmette serenità, sicurezza, pace.

Se ti piace condividere quello che hai letto, condividilo con i tuoi amici e se vuoi saperne di più chiedimi informazioni o telefonami.

Sai che è in programma un insolito e speciale Capodanno nel deserto egiziano?

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mercoledì 3 ottobre 2012

I giardini segreti delle oasi egiziane.

L'oasi  di Baharia, in Egitto, circondata dal deserto ardente, è un'isola di pace, di relax, di antichi gesti e nuove tecnologie.

Prendere il fresco nell'oasi, all'ombra dei suoi lussureggianti giardini stracolmi di fiori, di uccelli, di frutti; immergersi nelle acque sempre diverse delle sue piscine, osservando dai loro bordi l'arido deserto che ci circonda.

Quale luogo al mondo offre così grandi contrasti come i deserti dell'Egitto?

La prima volta che sono andata nel deserto egiziano, mi sembrava di essere su un altro pianeta. Mi pareva impossibile che appena fuori dalla fresca ombra dei ficus benjamin, delle palme

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e delle tamarici dell'oasi, mi potesse assalire dandomi un senso di smarrimento, la vestità, il silenzio del deserto.

L'ho amato al primo sguardo. Un colpo di fulmine che stravolge, incanta e affascina. Da subito ho stretto un patto con esso: io sarei ritornata ancora.........., e ancora, ........e ancora.

Ogni volta che ritorno a casa dopo aver trascorso dei giorni nei silenzi e negli incanti del deserto, lascio fra quelle dune, fra quelle montagne, fra quelle gole, un pezzetto del mio cuore.

 

 

http://egitto.posterous.com/i-giardini-segreti-delle-oasi-egiziane L'oasi  di Baharia, in Egitto, circondata dal deserto ardente, è un'isola di pace, di relax, di antichi gesti e nuove tecnologie. Prendere il fresco nell'oasi, all'ombra dei suoi lussureggianti giardini stracolmi di fiori, di uccelli, di frutti; immergersi nelle acque sempre diverse delle sue piscin ... http://egitto.posterous.com