Nome geroglifico del faraone donna: Maat-ka-Ra
Khenemet-Imen-Hat-shepesut = Maat è il ka di Ra.
Colei che Amon abbraccia, Hatshepsut, la prima delle dame venerabili.
Il primo faraone donna.
Colei che Amon abbraccia, Hatshepsut, la prima delle dame venerabili.
Il primo faraone donna.
Regnò dal 1478 al 1458 a.C. – XVIII dinastia
Hatshepsut era figlia di Thutmosisi I e moglie di
Thutmosis II al quale aveva dato una figlia, Neferura.
Il marito, Thutmosis II, non
avendo avuto figli maschi, designò quale suo successore un figlio avuto da una
nobil dama dell’harem, Isis.
Essendo il bambino ancora
piccolo, Hatshpsut regnò al suo posto, faraone donna.
Per due anni la regina si
comportò come una reggente irreprensibile e in tutte le cerimonie ufficiali
permise che il giovane re avesse la precedenza.
Ma alla fine del settimo
anno di regno, Hatshepsut era diventata oramai regina e faraone donna d’Egitto, co-reggente o
meglio partner predominante di Thutmosis III.
Non sapremo mai che cosa
causò questa insolita trasformazione, da co-reggente a faraone, ma quello che si
sa per certo è che questa situazione fosse pienamente accettabile agli egiziani
e alla potente casta sacerdotale.
Non ci è pervenuta alcuna
testimonianza relativa a qualche tentativo di allontanare il nuovo faraone
femmina dalla sua posizione di potere.
La stessa regina
giustificava il proprio diritto a regnare enfatizzando la sua posizione come
figlia di Amon-Ra.
La storia del suo
concepimento e della sua nascita divina la troviamo narrata sulle pareti del
suo tempio funerario, Deir El-Bahari a Tebe.
Sulle pareti si può leggere:
“la regina (madre di Hatshepsut) sorrise
davanti alla sua maestà, il dio Amon.
Il dio le si accostò, il suo
pene era eretto.
Egli le donò il suo cuore….
Lei fu riempita di gioia
alla vista della sua bellezza.
Il suo amore penetrò nelle sue membra.
Il palazzo fu inondato dalla fragranza del dio
e tutte le essenze era come se provenissero da Punt”.
(Dal regno di Punt l’Egitto
importava grosse quantità di incenso).
Qui possiamo considerare che
Hatshepsut, invece che faraone donna fosse concepita come maschio e che il suo diritto a regnare come faraone donna
sull’Egitto è riconosciuto niente meno che dal dio Amon in persona.
Per centinaia di anni il
faraone era stato raffigurato come un uomo forte, vigoroso, sicuro di sé e
fisicamente perfetto.
Anche se questo concetto nel
tempo subì alcune variazioni.
I faraoni dell’Antico Regno erano
rappresentati come figure fiere che ispiravano timore, mentre i loro successori
del Medio Regno preferirono conferire alle loro immagini un aspetto più umano
alla loro regalità; comunque si trattava di differenze di poco conto.
I pittori e gli scultori
egizi sapevano bene quale dovesse essere l’aspetto di un sovrano, e quindi
anche nel caso della regina Hatshepsut si accinsero a raffigurare il nuovo
sovrano negli atteggiamenti e con l’abbigliamento stabiliti dalla tradizione.
Così vediamo la regina
raffigurata con un corpo maschile privo di seni, con gli abiti e le consuete
insegne regali: gonnellino, corona o fazzoletto sul capo (nemes), ampio collare
e barba falsa.
Questa è un’ulteriore
conferma della totale accettazione di Hastshepsut come faraone donna d’Egitto
da parte della società egiziana.
Non credo che Hatshepsut
avesse intenzione di ingannare il popolo e le classi dominanti, facendosi
spacciare per un uomo.
Le iscrizione del suo
tempio indicano chiaramente quale fosse il
suo sesso a tutti coloro che erano in grado di leggere.
La regina sapeva che il
faraone era indispensabile per la salvaguardia di Maat, senza Maat l’Egitto
sarebbe precipitato nel caos.
Nell’antico Egitto, Maat era
la regola, l’ordine, la ritualità, la rettitudine, la giustizia, la morale,
l’armonia universale.
Era la misura secondo la
quale ogni cosa veniva misurata.
Era la rettitudine, la
verità, la legge divina.
Per il faraone avere Maat
nel cuore significava governare con giustizia, armonia, misura.
Il sovrano si ispirava alla
regola di Maat e per questo non poteva essere un tiranno, perché la sua volontà
doveva essere solo Maat, al di fuori di Maat c’era il caos.
In virtù di questo legame
fra il faraone e Maat, l’isituzione faraonica fu la più durevole dei regimi
politici mondiali e attraversò i secoli.
Le statue di Hatshpsut, come
quelle degli altri sovrani, erano destinate ai templi, non al grande pubblico.
Erano arredi che venivano visti solo dagli dei ed erano gli dei infatti che
dovevano essere convinti che sul trono d’Egitto sedeva un re.
Hatshpsut garantì all’Egitto
molti anni di pace e prosperità oltre che miglioramenti in tutti i campi.
Il suo programma edilizio fu
molto ambizioso, non solo costruì nuovi monumenti ma restaurò e conservò molti
altri che erano caduti in rovina.
Restaurando i monumenti dei
suoi predecessori la regina dimostrava la propria capacità di saper preservare
Maat e la propria idoneità all’esercizio del potere regale.
Fece ampliare il tempio di
Karnak e costruì uno dei templi più belli del mondo, Deir el-Bahari, sulla riva
occidentale nel Nilo a Luxor.
In politica estera si
affrettò a consolidare i confini garantendo e promuovendo il commercio estero.
Famosa fu la spedizione
commerciale realizzata da Thutmosis III verso il regno di Punt che è stata
immortalata sulle pareti del tempio funerario di Deir el-bahari.
Quando Thutmosis III divenne
adulto, diventò il comandante dell’esercito e si assunse la responsabilità di
difendere i confini dell’Egitto sottoposti a varie e irregolari escursioni dei
popoli vicini.
Egli dovette sostenere
campagne militari per imporre nuovamente il controllo egiziano sia sull’Oriente
che sulla Nubia, mentre la zia regnava sull’Egitto.
Quando Hatshpsut regnò, gli eventi
continuarono ad essere datati secondo gli anni di regno di Thutmosis III, ma
sempre in associazione alla regina che, d’altra parte, agiva con l’influente
appoggio della casta sacerdotale del dio Amon del tempio di Karnak ed era
consigliata dalla forte personalità dell’architetto di corte e maggiordomo
reale, Senmut.
Sen-en-mut, (il compagno di Mut) era anche il precettore
della figlia Neferura oltre che il progettista del suo tempio funerario.
Nella vicenda storica di
Hatshpsut, la figura di Senmut ebbe una grande rilevanza.
Figlio di una modesta
famiglia, come risulta dalla titolatura dei genitori trovata nella loro tomba.
Suo padre Ramose è infatti
ricordato come “Degno”, mentre sua madre Hatneferu viene indicata come “Donna
di casa”.
Egli fu protagonista di una
luminosa carriera come amministratore, consigliere e, forse, amante della
regina.
Ricoprì la carica di
sovrintendente alle proprietà del tempio di Amon Ra di Karnak e della famiglia reale, direttore dei lavori
commissionati dalla sovrana, tra i quali i più importanti si debbono ricordare
il taglio, il trasporto e l’erezione degli altissimi obelischi del tempio di
Amon.
L’opera di gran lunga più
originale, moderna e senza precedenti fu la progettazione e la costruzione del
tempio funerario di Hatshpsut a Deir el-Bahari.
Il tempio è situato ai piedi
della montagna tebana, il massiccio di el-Qurn, ed è costituito da due grandi
cortili, al fondo di ognuno dei quali si trovano dei portici con colonne e
pilastri a base quadrata.
Dai cortili si entra
nell’edificio vero e proprio, dapprima raggiungendo un terzo porticato dominato
da 26 colossi statuari di Hatshpsut, poi una sala con colonne che immette nel
sacrario scavato nel profondo della montagna.
La parte di fondo del
secondo portico è stata decorata con bassorilievi eleganti e nitidi che
raffigurano due cicli figurativi: la nascita divina di Hatshpsut, nel porticato
nord e la spedizione nel paese di Punt nel porticato sud.
Da queste decorazioni sembra
che la regina e il suo architetto abbiano fatto un uso mediatico molto
disinvolto a fini politico-religiosi, compensato da un sincero gusto narrativo
proteso verso il diverso e l’esotico.
Oltre al presunto legame
affettivo con la regina, altre importanti cariche lo rendevano intimo della
famiglia reale, come il ruolo di precettore della figlia della regina,
Neferura, con la quale egli viene rappresentato in alcune celebri “statue-cubo”,
la quale morirà nell’undicesimo anno di regno di Thutmosis III.
Senmut oltre che un abile
funzionario e architetto era un vero intellettuale, come dimostrano le sue
realizzazioni architettoniche e i circa 150 ostraka recanti opere letterarie, funerarie e
religiose trovate nel tempio di Deir el-Bahari e anche un grande astronomo,
come dimostra la decorazione del soffitto astronomico disegnato nella sua tomba.
La regina morì in
circostanze misteriose nel ventiduesimo anno di regno di Thutmosis III, lasciando
finalmente il regno al nipote.
Si possono leggere tutti i
libri pubblicati al mondo sull’Egitto, guardare tutti i documentari disponibili,
imparare a leggere il geroglifico stando comodamente a casa, ma niente di tutto
questo ti dà l’emozione, la gioia, la
bellezza del contatto con questi luoghi, con questi monumenti che sembrano
costruiti per l’eternità, di queste atmosfere di un tempo lontano dove Maat
regnava sovrana.
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