lunedì 22 aprile 2013

La regina Hatshepsut, primo faraone donna dell’antico Egitto.



Nome geroglifico del faraone donna: Maat-ka-Ra Khenemet-Imen-Hat-shepesut = Maat è il ka di Ra. 
Colei che Amon abbraccia, Hatshepsut, la prima delle dame venerabili.
Il primo faraone donna.

Regnò dal 1478 al 1458 a.C. – XVIII dinastia

Hatshepsut  era figlia di Thutmosisi I e moglie di Thutmosis II al quale aveva dato una figlia, Neferura.
Aatshepsut, donna faraone


Il marito, Thutmosis II, non avendo avuto figli maschi, designò quale suo successore un figlio avuto da una nobil dama dell’harem, Isis.

Essendo il bambino ancora piccolo, Hatshpsut regnò al suo posto, faraone donna.

Per due anni la regina si comportò come una reggente irreprensibile e in tutte le cerimonie ufficiali permise che il giovane re avesse la precedenza.

Ma alla fine del settimo anno di regno, Hatshepsut era diventata oramai regina e faraone donna d’Egitto, co-reggente o meglio partner predominante di Thutmosis III.

Non sapremo mai che cosa causò questa insolita trasformazione, da co-reggente a faraone, ma quello che si sa per certo è che questa situazione fosse pienamente accettabile agli egiziani e alla potente casta sacerdotale.

Non ci è pervenuta alcuna testimonianza relativa a qualche tentativo di allontanare il nuovo faraone femmina dalla sua posizione di potere.

La stessa regina giustificava il proprio diritto a regnare enfatizzando la sua posizione come figlia di Amon-Ra.

La storia del suo concepimento e della sua nascita divina la troviamo narrata sulle pareti del suo tempio funerario, Deir El-Bahari a Tebe.

Sulle pareti si può leggere:
 “la regina (madre di Hatshepsut) sorrise davanti alla sua maestà, il dio Amon.
Il dio le si accostò, il suo pene era eretto.
 Egli le donò il suo cuore….
Lei fu riempita di gioia alla vista della sua bellezza.
 Il suo amore penetrò nelle sue membra.
 Il palazzo fu inondato dalla fragranza del dio e tutte le essenze era come se provenissero da Punt”.

(Dal regno di Punt l’Egitto importava grosse quantità di incenso).

Qui possiamo considerare che Hatshepsut, invece che faraone donna fosse concepita come maschio e che il suo diritto a regnare come faraone donna sull’Egitto è riconosciuto niente meno che dal dio Amon in persona.
Per centinaia di anni il faraone era stato raffigurato come un uomo forte, vigoroso, sicuro di sé e fisicamente perfetto.

Anche se questo concetto nel tempo subì alcune variazioni.

I faraoni dell’Antico Regno erano rappresentati come figure fiere che ispiravano timore, mentre i loro successori del Medio Regno preferirono conferire alle loro immagini un aspetto più umano alla loro regalità; comunque si trattava di differenze di poco conto.

I pittori e gli scultori egizi sapevano bene quale dovesse essere l’aspetto di un sovrano, e quindi anche nel caso della regina Hatshepsut si accinsero a raffigurare il nuovo sovrano negli atteggiamenti e con l’abbigliamento stabiliti dalla tradizione.

Così vediamo la regina raffigurata con un corpo maschile privo di seni, con gli abiti e le consuete insegne regali: gonnellino, corona o fazzoletto sul capo (nemes), ampio collare e barba falsa.

Questa è un’ulteriore conferma della totale accettazione di Hastshepsut come faraone donna d’Egitto da parte della società egiziana.

Non credo che Hatshepsut avesse intenzione di ingannare il popolo e le classi dominanti, facendosi spacciare per un uomo.

Le iscrizione del suo tempio  indicano chiaramente quale fosse il suo sesso a tutti coloro che erano in grado di leggere.

La regina sapeva che il faraone era indispensabile per la salvaguardia di Maat, senza Maat l’Egitto sarebbe precipitato nel caos.

Nell’antico Egitto, Maat era la regola, l’ordine, la ritualità, la rettitudine, la giustizia, la morale, l’armonia universale.

Era la misura secondo la quale ogni cosa veniva misurata.
Era la rettitudine, la verità, la legge divina.

Per il faraone avere Maat nel cuore significava governare con giustizia, armonia, misura.

Il sovrano si ispirava alla regola di Maat e per questo non poteva essere un tiranno, perché la sua volontà doveva essere solo Maat, al di fuori di Maat c’era il caos.

In virtù di questo legame fra il faraone e Maat, l’isituzione faraonica fu la più durevole dei regimi politici mondiali e attraversò i secoli.

Le statue di Hatshpsut, come quelle degli altri sovrani, erano destinate ai templi, non al grande pubblico. Erano arredi che venivano visti solo dagli dei ed erano gli dei infatti che dovevano essere convinti che sul trono d’Egitto sedeva un re.

Hatshpsut garantì all’Egitto molti anni di pace e prosperità oltre che miglioramenti in tutti i campi.

Il suo programma edilizio fu molto ambizioso, non solo costruì nuovi monumenti ma restaurò e conservò molti altri che erano caduti in rovina.

Restaurando i monumenti dei suoi predecessori la regina dimostrava la propria capacità di saper preservare Maat e la propria idoneità all’esercizio del potere regale.

Fece ampliare il tempio di Karnak e costruì uno dei templi più belli del mondo, Deir el-Bahari, sulla riva occidentale nel Nilo a Luxor.

In politica estera si affrettò a consolidare i confini garantendo e promuovendo il commercio estero.

Famosa fu la spedizione commerciale realizzata da Thutmosis III verso il regno di Punt che è stata immortalata sulle pareti del tempio funerario di Deir el-bahari.

Quando Thutmosis III divenne adulto, diventò il comandante dell’esercito e si assunse la responsabilità di difendere i confini dell’Egitto sottoposti a varie e irregolari escursioni dei popoli vicini.

Egli dovette sostenere campagne militari per imporre nuovamente il controllo egiziano sia sull’Oriente che sulla Nubia, mentre la zia regnava sull’Egitto.

Quando Hatshpsut regnò, gli eventi continuarono ad essere datati secondo gli anni di regno di Thutmosis III, ma sempre in associazione alla regina che, d’altra parte, agiva con l’influente appoggio della casta sacerdotale del dio Amon del tempio di Karnak ed era consigliata dalla forte personalità dell’architetto di corte e maggiordomo reale, Senmut.

Sen-en-mut,  (il compagno di Mut) era anche il precettore della figlia Neferura oltre che il progettista del suo tempio funerario.

Nella vicenda storica di Hatshpsut, la figura di Senmut ebbe una grande rilevanza.

Figlio di una modesta famiglia, come risulta dalla titolatura dei genitori trovata nella loro tomba.

Suo padre Ramose è infatti ricordato come “Degno”, mentre sua madre Hatneferu viene indicata come “Donna di casa”.

Egli fu protagonista di una luminosa carriera come amministratore, consigliere e, forse, amante della regina.

Ricoprì la carica di sovrintendente alle proprietà del tempio di Amon Ra di  Karnak  e della famiglia reale, direttore dei lavori commissionati dalla sovrana, tra i quali i più importanti si debbono ricordare il taglio, il trasporto e l’erezione degli altissimi obelischi del tempio di Amon.

L’opera di gran lunga più originale, moderna e senza precedenti fu la progettazione e la costruzione del tempio funerario di Hatshpsut a Deir el-Bahari.


Il tempio è situato ai piedi della montagna tebana, il massiccio di el-Qurn, ed è costituito da due grandi cortili, al fondo di ognuno dei quali si trovano dei portici con colonne e pilastri a base quadrata.

Dai cortili si entra nell’edificio vero e proprio, dapprima raggiungendo un terzo porticato dominato da 26 colossi statuari di Hatshpsut, poi una sala con colonne che immette nel sacrario scavato nel profondo della montagna.

La parte di fondo del secondo portico è stata decorata con bassorilievi eleganti e nitidi che raffigurano due cicli figurativi: la nascita divina di Hatshpsut, nel porticato nord e la spedizione nel paese di Punt nel porticato sud.

Da queste decorazioni sembra che la regina e il suo architetto abbiano fatto un uso mediatico molto disinvolto a fini politico-religiosi, compensato da un sincero gusto narrativo proteso verso il diverso e l’esotico.

Oltre al presunto legame affettivo con la regina, altre importanti cariche lo rendevano intimo della famiglia reale, come il ruolo di precettore della figlia della regina, Neferura, con la quale egli viene rappresentato in alcune celebri “statue-cubo”, la quale morirà nell’undicesimo anno di regno di Thutmosis III.

Senmut oltre che un abile funzionario e architetto era un vero intellettuale, come dimostrano le sue realizzazioni architettoniche e i circa 150 ostraka  recanti opere letterarie, funerarie e religiose trovate nel tempio di Deir el-Bahari e anche un grande astronomo, come dimostra la decorazione del soffitto astronomico disegnato nella sua tomba.

La regina morì in circostanze misteriose nel ventiduesimo anno di regno di Thutmosis III, lasciando finalmente il regno al nipote.      

Si possono leggere tutti i libri pubblicati al mondo sull’Egitto, guardare tutti i documentari disponibili, imparare a leggere il geroglifico stando comodamente a casa, ma niente di tutto questo ti dà l’emozione, la gioia,  la bellezza del contatto con questi luoghi, con questi monumenti che sembrano costruiti per l’eternità, di queste atmosfere di un tempo lontano dove Maat regnava sovrana.

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