ISIDE: madre e regina
Nell' Egitto antico, Iside raffigurava il centro della nostra galassia, nel suo aspetto
divino di Madre della Creazione.
Iside, creatrice di tutte le cose.
Essa era il primo elemento della vita, l'utero occultato
di tutto ciò che esiste.
Nell'Egitto Antico, personificava la sorgente dei raggi cosmici, della
polvere interstellare e di altri sostanze rare che scaturivano dal centro della
galassia e che la scienza ha scoperto solo in tempi storici recenti.
Uno dei più grandi segreti racchiusi nella religione
dell'Egitto antico, è infatti la conoscenza di un Sole segreto al centro dell'universo, oltre a quello che noi vediamo.
Nel codice alchemico, il centro della galassia viene
anche chiamato il Sole nero; il
Sole nascosto, quello non visibile.
E' il Sole segreto che incarna l'eterno femminino.
Il figlio di Iside e del suo consorte Osiride è il divino Horus, raffigurato anche mentre la dea
lo allatta al seno.
Nell'Egitto antico, Horus simboleggia il Sole che splende nel cielo.
Per mezzo di questa immagine metaforica, il mito
egizio racconta che Iside, il centro
della galassia, ha dato la vita al nostro Sole, proprio come il centro
della galassia ha dato vita a tutto ciò che esiste.
A conferma di questa ipotesi i ricercatori Bouval e
Hanckok, hanno scoperto in questi ultimi
decenni che i due condotti sud della grande Piramide di Cheope, quelli che
partono dalla Camera del Re e dalla Camera della Regina, puntassero nel
10.500 a.C., rispettivamente verso la
costellazione di Orione e la stella Sirio, che erano identificate nell’Egitto antico con Osiride e Iside.
Gli antichi egizi erano forse a conoscenza che la vita sulla terra abbia avuto origine
all’infuori della terra stessa, dal centro della nostra Galassia?
Iside, grande di magia, è la
donna serpente che diventa l’ureo, il cobra femmina che si innalza davanti al
Re per distruggere i nemici della luce.
Soltanto un’evoluzione
negativa e un’interpretazione errata del simbolo primitivo trasformeranno la
buona dea-serpente nel rettile della Genesi che inganna e corrompe Adamo
ed Eva.
Iside e Osiride
testimoniano, invece, il vissuto di una conoscenza luminosa raggiunta grazie
all’amore, che permette di andare al di là della morte.
Sotto le sembianze della
Stella Sothis, Iside annuncia la piena del
Nilo; piangendo sul corpo di Osiride, fa salire l’acqua benefica che deposita
il limo sulle rive e garantisce vita e prosperità al Paese.
Nell'Egito antico i
ciuffi di papiro che emergono dal fiume sono la chioma della Grande Dea.
La magia cosmica di Iside
nasce dalla sua conoscenza dei misteri dell’Universo.
Non c’era niente che Iside
ignorasse, eccetto il nome segreto di Ra che costui non aveva riferito a
nessuno, nemmeno alle altre divinità.
Iside non si arrese; voleva conoscere
anche il nome segreto di Ra.
Adottò uno stratagemma per
costringere Ra a rivelarglielo; raccolse uno sputo del dio e lo impastò con la
terra dando forma a un serpente.
Nascose il rettile magico
dietro ad un cespuglio situato sul cammino di Ra e quando questi passò di lì,
il serpente lo morse ad un piede.
Il cuore di Ra bruciò, tremò
e il suo corpo divenne freddo.
Ra era inattaccabile dalla
morte ma il veleno gli inflisse un’atroce sofferenza e nessuno riusciva a
guarirlo.
Il dio soffriva. Immerso nel
suo dolore era incapace a fare qualunque cosa.
Fu Iside a chiedere a Ra di
curarlo ed egli accettò…... ma Iside chiese che in cambio il dio le rilevasse
il suo nome segreto.
Il dio del Sole e della Luce
tentò di agire con astuzia dicendogliene parecchi, ma mai quello vero.
Iside, perspicace ed acuta
non si lasciò prendere in giro e lo lasciò nel suo dolore.
Alla fine Ra, sfinito,
stanco e sofferente fu costretto a rivelarle il suo nome segreto; Iside lo
guarì….
E mantenne il segreto.
La nascita di Iside è
situata simbolicamente a Dendera,
nell’Alto Egitto.
Secondo i testi la dea è
venuta al mondo con al pelle rosa e la chioma nera.
La madre era la dea del cielo Nut, mentre
Amon, il dio nascosto e Shu, l’aria luminosa le hanno dato il soffio vitale.
Vittoriosa sulla morte, Iside sopravvisse all’estinzione della
civiltà egizia.
Nel mondo ellenistico, fino
al V secolo d.C., il suo culto ebbe un ruolo fondamentale e si diffuse, quindi,
in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo e anche oltre.
E’ Inanna per i Sumeri,
Ishtar per gli Accadi, Anat ad Ugarit, Atargatis in Siria, Artemide-Diana a
Efeso, Baubo a Priene, Aphrodite-Venere a Cipro, Rea o Dictinna a Creta,
Demetra ad Eleusi, Orthia a Sparta, Bendis in Tracia, Cibele a Pessinunte, Ma
in Cappadocia, Bellona-Cibele a Roma.
La dea divenne la
protettrice di numerose confraternite iniziatiche, più o meno ostili al
cristianesimo, che la consideravano il simbolo dell’onniscienza, detentrice del
segreto della vita e della morte e in grado di garantire la salvezza ai suoi
fedeli.
Esempio fu la città di
Parigi.
Prima della nascita della
città, Parigi era un “castro” romano.
Nel “castro”, un
accampamento permanente, s’innalzava un tempio a Iside.
A detta degli storici questo
tempio sorgeva dove oggi si trova
l’abbazia di Saint-Germain des Près.
La regione sulla quale
sorgeva il castro romano veniva
denominata, “Vicino al Tempio di Iside”, par-Isi, che sarebbe poi diventata
“Parisis”- “Paris”.
Nell’agosto del 1793,
quattro anni dopo la
Rivoluzione francese,
sul luogo dove sorgeva la ben nota prigione della Pastiglia, venne
eretta una grandiosa fontana; la “Fontana della Rigenerazione”, conosciuta
anche come “Iside della Bastiglia”.
Si trattava di una statua
della dea egizia Iside progettata da Jacques-Louis David, con l’acqua che
zampillava dai capezzoli.
Era il liquido della
“rigenerazione” che simboleggiava il nuovo ordine sociale e religioso della
Repubblica francese; la folla beveva l’acqua quasi in delirio.
Nel maggio del 1814, dopo 25 anni dalla Rivoluzione
Francese, fu collocato sul trono lo statista Talleyrand con il nome di Luigi
XVIII , alla sua morte il trono passò a
suo fratello, il conte d’Artois, che prese il nome di Carlo X.
Entrambi i re erano massoni
ed entrambi manifestarono una spiccata preferenza per il simbolismo dell’antico
Egitto nelle loro opere pubbliche, e a questo proposito Carlo X fece portare a Parigi, intatto, un antico
obelisco egizio, un elemento di una coppia che si trovava davanti al tempio di Luxor
in Egitto.
Ora quel obelisco si trova
ancora in Francia, in place de la
Concorde, a Parigi.
Iside non esigeva soltanto
una semplice devozione; per conoscerla, i suoi adepti dovevano praticare
l’ascesi, non accontentarsi della fede, ma salire la scala della conoscenza e
superare i diversi gradi dei misteri.
Unendo in sé il passato, il
presente e il futuro, Iside, la madre celeste dell’amore infinito, fu a lungo
una concorrente temibile del cristianesimo.
Ma nemmeno il dogma riuscì
ad annientare l’antica dea;
Iside non si nasconde forse sotto le vesti della Vergine Maria, non prende
forse il nome di “Nostra Signora”, alla quale sono dedicate tante cattedrali e
tante chiese?
Tutto questo ha sicuramente aiutato l'accomunarsi delle due figure di fede a livello iconografico.
L’iconografia della Vergine con Bambino, ha quindi un’origine ben precisa: il culto della dea egiziana Iside, spesso rappresentata mentre allatta il bambino Horus.
Il culto è talmente simile alla Madonna col Bambino che nei secoli, ha ricevuto l'adorazione d’inconsapevoli cristiani.
Questa serie di icone, quadri e rappresentazioni aveva anche un nome latino ben definito: Madonna lactans o Virgo Lactans o Madonna del Latte.
Addirittura per un certo periodo si diffuse l’uso di serbare con cura nelle chiese come reliquie, boccette contenenti il latte della Madonna (il Sacro Latte), cui si attribuivano gli effetti miracolosi di ridare il latte alle puerpere che lo avessero perso e di far rimanere gravide le donne.
E’ ragionevole supporre che già l'arte paleocristiana si sia ispirata alla raffigurazione classica di Iside per rappresentare la figura di Maria: la somiglianza in vari dipinti si ritrova per esempio nei tratti delicati ed eterei, nel tenere entrambe in braccio un infante, che è Horus per Iside e Gesù Bambino nel caso della Madonna.
Nella statua della Madonna di Castelmonte, provincia
di Udine, la Madonna
non solo è nera, ma ha anche il seno destro scoperto nella posa di dare il
latte al figlio.
Il caso più famoso si chiama “Dittico di Melun”, un dipinto su due tavole di Jean Fouquet risalente al 1450.
Un’opera che era stata commissionata per la Cattedrale della cittadina francese di Melun.
Il dipinto è bellissimo, oltre che estremamente sensuale.
In questo campo si cimentarono anche Leonardo Da Vinci (Madonna Litta), Robert Campin, (Madonna del parafuoco), Jan van Eyck (Madonna di Lucca), Giovenone (Trittico Raspa), Andrea Pisano e Nino Pisano (Madonna del Latte) e il Correggio, (Madonna del Latte e un angelo).
Numerose Madonne Nere sparse in tutta Europa, di cui una presente anche nella nostra regione, nel santuario mariano di Castelmonte, sono forse da ricondurre al culto di Iside, la Grande Madre.
Un'operazione nota come "sincretismo", la stessa per cui agli dèi del condomblè brasiliano, una religione afro-brasiliana, sono state associate le immagine dei Santi cattolici importate dai missionari, così Iside, la Grande Madre pagana avrebbe assunto il volto di Maria, colorato però di nero, come quello delle sue antiche raffigurazioni.
Vergini nere sono disseminate nelle chiese di tutta Europa; in Italia se ne trovano quarantuno; in Francia addirittura novantasei.
Le più famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamata Notre-Dame-sous-Terre, in Italia Loreto, in Spagna Montserrat, in Polonia Czestochowa.
E’ evidente che nel culto della Madonna rivive in
modo concreto il culto pagano di Iside, che fu per due secoli la "Santa Madre" del mondo
antico.
Iside "che
tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge
e redentrice" era la donna divinizzata.
Gli attributi e gli appellativi con cui era nominata la grande dea Iside erano così numerosi che nei geroglifici viene chiamata « la dea dai molti nomi », « la dea dai diecimila nomi » e nelle iscrizioni greche “la dea dalle miriadi di nomi ».
Nei diecimila nomi della dea Iside, troviamo:
abile nel calcolo, nella scrittura, alto faro
di luce, produttrice e dispensatrice di vita, comprensiva, consacrata, colei
che abbraccia la terra, dea della rugiada, gentile, gioia, maga che guarisce,
madre di dio, madre divina, mediatrice tra il cielo e la terra, salvatrice dell’umanità, stella del mattino,
sovrana del mondo, sposa di Dio, protettrice dei marinai, ovvero Stella Maris.
Iside era la Signora
dell’"Ank", Chiave della Vita,
e dei meccanismi rigenerativi che presiedono alla sua perpetuazione.
I sapienti egizi la mostravano
con il geroglifico che raffigurava il simbolo del potere sacro: il
"Trono", posto sulla testa della Dea.
Una civiltà si modella su un
mito o un insieme di miti.
Mentre nel mondo
giudaico-cristiano la figura di Eva è
quanto meno “dubbia”, priva di spessore e di potere, da ciò si deduce
l’innegabile e drammatica condizione di minorità spirituale delle donne
inquadrata in questo clero: nell’universo egizio le cose stavano ben
diversamente.
La donna non era fonte di
alcun male né di alcuna corruzione della coscienza, anzi, era stata lei,
attraverso la grandiosa figura di Iside, ad affrontare le peggiori prove e a
scoprire il segreto della resurrezione.
Modello per le regine, Iside
lo fu anche per le spose, le madri e le donne più umili.
Alla fedeltà univa un
coraggio incrollabile di fronte alle avversità, un’intuizione fuori dal comune
e la capacità di penetrare il mistero.
La sua ricerca serviva da
esempio a tutti colori che tentavano di vivere per l’eternità.
Molte regine dell'antico Egitto si identificavano con la Grande Dea Iside.
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