L’inizio del manoscritto egiziano antico manca, ma è
possibile comunque ricostruirne il senso.
Gehuti, un generale di re Thutmose
III è dinanzi alla città fortificata di Joppe, l’attuale Giaffa, in Palestina e
sta escogitando un inganno per conquistarla, possibilmente senza combattere.
L'egiziano antico usava molto l'astuzia.
Il piano è pronto: il generale invia un messaggio al principe di Joppe, il “maledetto”, comunicandogli la propria resa, per attirarlo nel suo accampamento per le trattative.
Il piano è pronto: il generale invia un messaggio al principe di Joppe, il “maledetto”, comunicandogli la propria resa, per attirarlo nel suo accampamento per le trattative.
Il principe di Joppe si presenta con
un seguito di 120 cavalieri.
I soldati del faraone accolgono i
sudditi nemici, mentre il principe stesso entra nella tenda del generale
egiziano e ben presto iniziano a fare allegramente bisboccia.
Il manoscritto stilato in egiziano antico, inizia a questo
punto, anche se nelle parti iniziali presenta alcune lacune:
........ Un’ora
dopo, quando erano ubriachi, Gehuti disse al principe di Joppe:
“Io stesso,
con mia moglie e i miei figli, mi consegnerò a te personalmente.
Fa entrare gli uomini in modo che diano da mangiare ai cavalli: altrimenti rischiamo che arrivi un birbante e che faccia lui l’auriga”.
Fa entrare gli uomini in modo che diano da mangiare ai cavalli: altrimenti rischiamo che arrivi un birbante e che faccia lui l’auriga”.
I cavalli
dunque furono fatti entrare e fu dato loro da mangiare.
In quel
frangente fu portata la gran clava del re Thutmosis e vennero a riferirlo a
Gehuti.
Il principe
di Joppe gli disse:
“Il mio
cuore arde nella speranza di vedere la gran clava del re Thutmose.
Da queste
parti c’è una donna di nome Tiutnofret.
Per Ka (l’anima)
del re Thutmose: oggi stesso sarà tua, se sarai così gentile da mostrarmi la
clava.”
Egli,
Gehuti, fece come gli era stato chiesto, impugnò la clava del re Thutmose,
prese il principe di Joppe per il vestito, si levò dinanzi a lui e gli disse:
“Guardami,
maledetto principe di Joppe!
Ecco re
Thutmose, il leone feroce, il figlio di Sechmet, la dea della guerra, al quale
Amon, suo padre, ha dato la vittoria!”
Alzò il
braccio e colpì il principe Joppe sulla tempia.
Quello
cadde svenuto.
Gli mise le
manette e lo legò con cinghie di cuoio, un sistema usato dall'egiziano antico che è tutt'ora in uso.
Poi gli
disse:
“Portatemi
il rame…..” e gli furono legate ai piedi quattro barre di rame.
Poi si fece
portare duecento ceste che aveva fatto intrecciare e ordinò a duecento soldati
di entrarvi.
Le loro
braccia furono caricate di corde e di manette ed esse (le ceste) furono
sigillate.
Ai soldati
erano stati dati anche i sandali e i bastoni.
Furono poi
affidate a dei soldati giovani affinché le trasportassero: in tutto erano
cinquecento uomini.
Dissero ai
soldati:
“Quando
entrate in città fate uscire i vostri commilitoni, catturate tutti gli abitanti
e legateli subito con le corde.”
Poi
uscirono e dissero all’auriga del principe di Joppe:
“Il tuo
signore manda a dirti:
“Và e riferisci a tua moglie:
Gioisci, poiché
il dio Sutech ci ha affidato Gehuti, con sua moglie e i suoi figli.
Ecco,
questi sono i loro primi tributi!””
Doveva
dirle così in riferimento alle duecento ceste, che contenevano i soldati, le
manette e le funi.
Egli,
l’auriga, avanzava davanti a loro, e allietò il cuore della sovrana con le
parole:
“Abbiamo
catturato Gehuti!”
I soldati
aprirono le porte ed entrarono nella città.
Fecero
uscire i loro commilitoni dalle ceste, catturarono gli abitanti, giovani e
vecchi, i li legarono immediatamente con funi e manette.
In questo
modo il braccio possente del faraone aveva conquistato la città.
L'egiziano antico faceva tutto per il suo sovrano, anche se questo non era presente.
L'egiziano antico faceva tutto per il suo sovrano, anche se questo non era presente.
Nella notte
Gehuti inviò un messaggio in Egitto da re Thutmose, il suo sovrano, che gli
disse:
“Gioisci!
Amon, il tuo genitore perfetto ti ha affidato il principe di Joppe, i suoi
sudditi e la sua città.
Fa venire
della gente perché conduca i prigionieri in Egitto e affinché la casa di tuo
padre Amon-Ra, il re degli dei, si riempia di schiavi e schiave caduti ai tuoi
piedi, per l’eternità”
Aggiunta del copista:
“E’ stata
felicemente portata a termine grazie al Ka dello
scriba, dalle dita abili, scrittore militare…”
Questa favola si ricollega
strettamente a personaggi e fatti storici. Qui si può vedere da dove sia
partita l’idea geniale del cavallo di Troia (le ceste).
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