lunedì 31 marzo 2014


L'EGITTO E' FIGLIO DEL SOLE


L'Egitto è figlio del Sole. E' la forma visibile del dio Ra., il Principio creatore al quale i sacerdoti della città santa di Eliopoli, oggi scomparsa, votavano una vita di lavoro, preghiera e ricerca.
Ogni mattina, quando l'astro splendente sorgeva dalle pareti rocciose del deserto occidentale (che nel nostro viaggio visiteremo), il Paese dei Faraoni rinasceva.
Gli antichi egizi credevano che il dio-sole, Ra, al tramonto, venisse ingoiato dalla Dea Nut, la volta celeste, per essere partorito di nuovo all’alba del giorno dopo.
Nut divorava e faceva rinascere anche le stelle, e per questo motivo era considerata una divinità legata alla resurrezione. Come tale si trova spesso raffigurata all’interno dei sarcofaghi degli antichi Egizi.
Un'altra storia dice che Nut, sotto le sembianze di una mucca (la mucca e il toro ricorrono spesso nella iconografia egizia), ebbe l'onore e l'onere di far salire sul suo enorme dorso il dio Ra. Venne aiutata in questo sforzo sovrumano da quattro dei aventi la funzione, in seguito divenuta perenne, di pilastri del mondo.
La sua pelle è dipinta di blu perché questo colore simboleggia la vita e la rinascita.
L'astronomia ha sempre avuto un posto importante in Egitto, dove la luminosità del cielo e la purezza dell'atmosfera hanno permesso osservazioni precise fin dai tempi più antichi.
Tutti i monumenti e templi degli antichi Egizi hanno un orientamento stellare, comprese la tre grandi Piramidi.
L'Egitto è anche un grande fior di loto, il cui stelo è formato dall'Alto Egitto, la parte meridionale del paese verso la Nubia, il cui fiore è rappresentato dal Delta o Basso Egitto.
Il Nilo visto dall'alto sembra un serpente cobra, la cui testa ad ombrello è il Delta del fiume.
Sulla corona dei Faraoni spiccava la testa di un cobra; che abbia qualcosa a che fare con il fiume Nilo?
Lunga circa mille kilometri, ma di una larghezza che raggiunge i trenta kilometri nell'Alto Egitto, la terra dei faraoni, nella parte abitabile e coltivata, occupa una superficie di poco inferiore a quella del Belgio.
La sua conformazione geografica, come si può notare, fa dell'Egitto un territorio del tutto particolare, favorevole allo sviluppo di strutture originali.
Da subito un dato storico conferma questa analisi: nonostante le invasioni straniere e le influenze esterne, nonostante i contatti con il mondo circostante, l'Egitto dei faraoni è rimasto fondamentalmente lo stesso e ha preservato il suo proprio genio per millenni.
La nostra civiltà attuale deve molto all'antico Egitto ed è ad essa collegata da mille legami indissolubili.
L'antico Egitto è infatti un nostro antenato. Sono lì le nostre radici spirituali, intellettuali, di sensibilità.
In base agli studi dei mosaici della Basilica di Aquileia il professore Renato Jacumin dedusse che Aquileia ed Alessandria d'Egitto abbiano “radici comuni”.


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