Quale è la verità che custodiscono le piramidi
egiziane e sulla Sfinge in Egitto?
Tre ricercatori indipendenti, Bouval, Hankok e Jonh West,
che che studiano da molti anni le piramidi egiziane lo spiegano in questo scritto.
Agli albori della storia, 13 milioni di roccia compatta,
sufficiente per costruire l’intera città di Londra, furono trainate attraverso
il deserto per costruire le Piramidi egiziane e la
Sfinge.
Nel corso di decenni da queste rocce l’uomo creò monumenti
capaci di rendere, al confronto, minuscoli San Pietro o l’Empire State
Building.
Le piramidi egiziane di Giza e la grande Sfinge, in Egitto,
meraviglie del mondo antico, sono
avvolte nel mistero.
Chi le costruì?
Da quale visione fu guidato?
Gli esperti sostengono che le Piramidi egiziane e la Sfinge furono erette circa 4500 anni fa per essere le tombe di Faraoni
deceduti.
Ma quanta concretezza hanno, in realtà, le prove che legano
questi monumenti a Chefren, al re Cheope e al suo periodo?
Frank Domingo esperto in identificazioni di polizia, ha
paragonato l’unica statua conosciuta di re Chefren con il volto della Sfinge.
I suoi manuali di identificazione di polizia sono usati in
tutto il mondo; la sua opinione ha una certa rilevanza.
Egli trasse la sue conclusioni dopo uno studio attento e
meticoloso.
Frank Domingo: “ Dopo aver passato in rassegna tutte le
misurazioni, tutti gli angoli e le proporzioni, ho concluso che la Grande Sfinge non riproduce lo stesso individuo della
statua del Faraone Chefren. “
Fin dal 1993 l’autorità degli esperti è stata messa in
discussione, mentre una nuova stirpe di ricercatori, che impiega metodi ad alta
tecnologia, solleva dubbi sulle teorie acquisite, presentando delle prove che
non possono essere ignorate ulteriormente.
John West: “Quello che è qui in gioco è l’intera storia
della civiltà; non possiamo essere passati direttamente dall’uomo delle caverne
all’uomo intelligente di oggi, con le sue bombe all’idrogeno e il suo
dentifricio a strisce.”
Hankok: “Non ho dubbi del fatto che gli antichi Egizi fossero gli eredi di conoscenza e di saggezza più
antichi. E’ assurdo sostenere, come fanno gli egittologi, che questi monumenti
siano stati la creazione dell’infanzia di una civiltà. Questi monumenti,
secondo me, sono l’approdo di qualcosa, non il suo inizio.
Robert Bouval:
“Abbiamo l’intrinseco aspetto astronomico delle Piramidi, e abbiamo
l’allineamento astrale dei fori. Tutti questi indizi ci suggeriscono che la
risposta non è qua giù, ma in cielo.”
Diversamente dall’egittologia convenzionale, Roberto Bouval
e Graham Henkok, non cercano dei manufatti nel terreno, la loro ricerca verte su le Piramidi egiziane.
La loro archeologia impiega i computer per ricostruire i
cieli di epoche passate.
L’intero ordinamento delle stelle ci riporta al 10.500
avanti Cristo.
Il ricercatore John West ha applicato la geologia per
pervenire ad una simile conclusione.
Questa scienza indica che la grande Sfinge di Giza è stata erosa da molti secoli di pioggia
incessanti.
Ma quando caddero queste piogge in Egitto?
Non durante gli ultimi 12.000 anni.
I geologi, con grande disappunto degli egittologi, si sono
schierati con Jonh West.
“L’intera questione dell’erosione è stata sempre lì, in
piena vista.
Perché nessuno l’aveva notata prima?
Nessuno l’ha cercata.
E’ come quando cercando delle patate potresti attraversare
un campo pieno di diamanti e vi vedi soltanto delle brutte pietre lucenti.
Così gli aspetti geologici furono semplicemente dati per
scontati.
Nessuno li cercò. Nessuno li trovò.” Jonh
West
Potrebbe questa civiltà essere più antica di quanto noi
crediamo?
Un civiltà avanzata e sconosciuta esistita all’età della
pietra?
Gli egittologi fissano la data del 300 avanti Cristo circa,
come l’inizio improvviso della storia egiziana.
Prima di allora, sostengono, vi furono soltanto dei
primitivi migratori dell’età della pietra provenienti dal deserto del Sahara,
che popolarono la Valle
del Nilo.
Bouval: “Gli egittologi hanno ben pochi mezzi per stabilire
la cronologia dell’Antico Egitto.
Ma l’elenco dei Re di Abidos è uno di questi.
Sulle pareti del Tempio di Abidos possiamo vedere il Faraone Seti I mentre dice
al figlio Ramsess II:
“ Osserva figlio mio, questa è la gerarchia di
tutti i Re dell’Egitto che risale fino a Menes, il primo Re dell’Egitto
dinastico”.
Ma gli egittologi si fermano qui, al 3000 avanti Cristo,
senza prendere in considerazione l’altro lato della parete, in cui Seti I dice al figlio Ramsess II:
“Questo è ciò che accadde molto prima del Regno di Menes, tante migliaia
di anni fa, quando la terra d’Egitto
era governata da Dei e da Semi-Dei”
Secondo i libri di testo, l’Egitto era appena uscito
dall’età della pietra, quando improvvisamente divenne in grado di produrre
queste stupende strutture enormi e perfette.
E tutto questo a che scopo?
Per coprire il corpo di un Re deceduto?
Questa teoria di solo tombe, non ha senso.
E nonostante cento anni di ricerca scientifica molte domande di importanza vitale non hanno
ancora trovato risposta.
Ad esempio tre soli Re dell’antica dinastia faraonica
costruirono tutto questo, in un arco di tempo un po’ più lungo della durata di
una vita.
Quale scintilla li spinse a costruire in uno stile diverso da tutto quello che
veniva prima e venne dopo?
Secondo Hankok i monumenti di Giza hanno delle caratteristiche davvero insolite.
Ad esempio essi sono disposti con precisione impressionante
a cavallo del trentesimo parallelo.
E’ una semplice coincidenza o è possibile che gli antichi Egizi conoscessero le dimensioni
esatte della terra?
Inoltre, sorprende che queste strutture gigantesche siano
allineate esattamente secondo i punti cardinali, perfettamente est-ovest ed
altrettanto, nord-sud.
La precisione di questi allineamenti è inquietante, e non è stata raggiunta in nessuna
costruzione moderna.
Come è possibile che possa essere stata applicata quasi 5000
anni fa?
500 anni fa la nostra civiltà non era neppure sicura che la
terra fosse sferica e solo 300 anni fa, fummo certi dell’esatta dimensione
della terra.
Ma, gli antichi Egizi, sapevano, perché la Grande Piramide si rivela essere un modello matematico
dell’emisfero settentrionale su scala di
1:43200.
Non un numero a caso, quindi, ma una cifra che gli astronomi
conoscono grazie al fenomeno che chiamano Precessione, collegato al lento
movimento dell’asse terrestre.
La Grande Piramide incorpora il
valore trascendente di “P Greco”, che esprime il rapporto fra la lunghezza
della circonferenza e il suo diametro e che sta alla base di tutta la
matematica applicata.
Secondo Robert Bouval, è evidente che ci troviamo di fronte
ad un sistema avanzato di matematica e tecnologia in un periodo che si supponeva che ciò non
esistesse.
E per raggiungere questi risultati i costruttori dovettero applicare una
inclinazione di 52 gradi.
Qualsiasi altra pendenza non avrebbe funzionato.
Possono tutte queste cose essere pura coincidenza?
Per Henkok la precisione di questi monumenti è ossessiva.
Prendiamo la Grande
Piramide.
Ogni lato del quadrato di base misura 230 mt., ma la variazione nella lunghezza è di appena 13 cm.
Ciò significa solo lo 0,01%.
Questa incredibile precisione potrebbe far crollare le
capacità di una moderna squadra di costruttori.
Come può essere stata raggiunta da gente primitiva appena emersa
dall’età della pietra?
Eppure secondo gli egittologi le Piramidi non meritano affatto di essere prese sul serio nella loro accuratezza.
Secondo gli egittologi gli antichi Egizi usavano delle rampe grossolane, avevano schiavi come
manodopera, e non riuscivano a decidere
neppure in quale direzione all’interno della Piramide dovessero
seppellire il loro Re morto.
Proprio in fondo alla Piramide
incontriamo una camera sotterranea.
Per consenso accademico la consideriamo la camera funeraria
originaria, che per qualche oscura ragione venne abbandonata per costruire
un’altra, 40 metri
più in alto, quando un ulteriore cambiamento del progetto fece abbandonare
questa camera della Regina per costruire la camera definitiva del Re, errore
dopo errore.
Robert Bouval, essendo un ingegnere, osserva che la tenuta
delle giunzioni è ottima, non si può inserire neppure una sottile lametta.
Questa, dice, è sicuramente la prova di una tecnologia molto
avanzata e di una progettazione molto rigorosa.
Queste non erano genti che usavano schiavi come manodopera e
facevano errori grossolani.
E non erano certamente genti che cambiavano facilmente idea
sulla disposizione della camera
funeraria all’interno di una Piramide.
Cambiare il progetto interno una sola volta è follia
edificatoria.
Cambiarlo non una sola volta ma due, è inconcepibile.
Graham Henkok, fa osservare che alcuni dei massi disposti nella
parte alta del corpo Grande Piramide,
pesa ognuno tanto quanto 100 automobili, e gli egittologi rimangono stranamente
imperturbabili di fronte a questo fatto.
Robert Bouval è un ingegnere e dice che per sollevare massi
di queste dimensioni a queste altezze, è necessaria una gru speciale.
Come è possibile che un popolo che non aveva quel tipo di
macchinari, neppure la più semplice delle pulegge e che usava semplici attrezzi
di rame, abbia potuto farlo?
I manuali ci dicono che queste Piramidi erano tombe
reali.
Eppure nessuna mummia è stata ritrovata a Giza;
nessuna iscrizione; nulla.
Inoltre i Re della Quarta dinastia costruirono due tipi di Piramidi.
Perché?
Volevano forse essere seppelliti contemporaneamente in
entrambe?
E perché nessuno di loro lasciò delle iscrizioni?
E perché nessuno di loro chiarì ai posteri di esserne il
proprietario?
La stanza o la camera dei re, santo dei santi, stanza dai
molti misteri.
Tutto ciò che contiene è uno scrigno di granito vuoto.
Il sarcofago è liscio e ben levigato, uniforme.
Lo statunitense Kriss Dank, esperto di perforazioni ci
racconta che questo è un oggetto incredibile. E’ un mistero.
Come hanno fatto a costruirlo?
La tipica maniera primitiva di farlo sarebbe stato
impiegando una sega a staffa, un trapano ad archetto. Si sarebbero fatti strada
con l’attrezzo nel blocco gettando della sabbia e un diamante.
Secondo lui questo sistema sarebbe stato troppo lungo,
sarebbe durato troppi anni.
Secondo lui gli antichi
Egizi devono aver usato un attrezzo a motore, come un trapano.
Trapani a motore?
Questa sembra essere una conclusione piuttosto azzardata.
Eppure il mistero permane.
Gli antichi Egizi sapevano lavorare il granito e
persino la diorite, la pietra più dura esistente in natura, come se fossero di
burro.
Trapanavano estraendo con facilità la parte interna di un
vaso di diorite, là dove gli attrezzi moderni non riuscirebbero.
Ma la camera del Re nasconde un altro enigma.
Scavati attraverso le pareti e modellati con la precisione
di una bocca da fuoco, troviamo dei fori. Sono per la ventilazione, ci
assicurano gli egittologi.
Ma in nessun modo questi avrebbero potuto essere dei fori di
ventilazione.
Il dettaglio di progettazione è troppo complesso.
Essi rimontano su un
piano inclinato proprio fino all’esterno della Piramide.
Devono aver avuto una funzione molto più elevata.
Questo sospetto venne confermato nel marzo del 1993, quando
l’ingegnere tedesco Rudolf Ghentebrik, esplorò il foro meridionale della camera
della Regina con un minuscolo apparecchio fotografico automatico ad alta
tecnologia.
Egli riscontrò che
era bloccato da una porta in pietra con cardini in metallo.
Una camera che gli antichi Egizi si accertarono di
nascondere ad occhi indiscreti.
La porta non venne mai aperta.
Altri fori non ostruiti si aprivano verso il cielo.
Quindi quale vera funzione avrebbero potuto avere?
Un indizio era stato fornito negli anni 60, quando alcuni
astronomi dimostrarono che essi erano orientati con estrema precisione verso le
stelle.
Un foro puntava su Alfa Draconis, la stella polare
dell’epoca delle Piramidi.
Un altro era orientato verso l’Orsa Minore.
Forse l’Astronomia potrebbe essere in grado di far luce
sulla faccenda?
(segue alla prossima puntata…….)
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