giovedì 25 ottobre 2012

il DESERTO DEL SAHARA EGIZIANO

Con i suoi 8000 Km. quadrati di superficie, il deserto del Sahara è il più esteso deserto del mondo ed è a sua volta una porzione, quella africana, del grande sistema di deserti che prosegue verso est in Medio Oriente e poi in Asia Centrale.

Nel Sahara l’Africa mostra una parte del suo scheletro roccioso. Al suo interno si trovano regioni molto diverse: insieme alle grandi distese di dune sabbiose ci sono ancora più grandi distese di ciottoli e pietre, immensi altopiani, montagne altissime accanto a depressioni che scendono sotto il livello del mare.

 

Il Sahara è anche una regione dai grandi contrasti climatici. L’assenza di vegetazione e di nubi fa sì che d’estate si raggiungano temperature di oltre  70°C, che possono scendere la notte a -15°C, soprattutto sui rilievi della catena dei monti Tibesti in Ciad.

La temperatura cambia notevolmente in base alla distanza dal suolo. Sulle superfici sabbiose può superare i 70°C d’estate e i 45°C d’inverno.

A due metri d’altezza, tuttavia, la temperatura già si dimezza.

Anche sotto la sabbia i valori scendono sensibilmente: uno strato di 50 cm d’inverno e di un metro d’estate è sufficiente ad annullare l’effetto del calore solare.

 

Il deserto di sabbia, il prodotto finale dell’erosione dei rilievi da parte del vento e della sabbia, si chiama erg. E’ costituito da estesi sistemi di dune continuamente rimodellate dal vento.

Lo incontriamo già nei dintorni dell’oasi di Farafra, ma la sua massima espansione e splendore la troviamo nel grande mare di sabbia verso il Sudan e la Libia.

La sabbia viene costantemente sollevata, trascinata e trasportata via in turbini vorticosi dal vento detto Kamsin e altri di minore intensità.

Il Kamsin non è un vento ciclico, stagionale come i monsoni dell’India, ma si manifesta anche in maniera costante dall’inizio di febbraio fino quasi alla fine di aprile.

Il Kamsin soffia prevalentemente da sud-est trasportando centinaia di tonnellate di sabbia e caldo in tutta il deserto egiziano, giungendo fino alla penisola arabica.

Il nome Kamsin deriva dall'alfabeto arabo e significa 50 (cinquanta), che secondo la  tradizione delle popolazioni del deserto è il numero di giorni consecutivi che spirerebbe con una certa costanza.

 

Secondo la leggenda, nel 524 a.C., il re persiano Cambise II,  figlio di Ciro il Grande, mentre conquistava e sottometteva l’Egitto al suo potere, perse una parte  del suo esercito durante un trasferimento strategico verso Siwa. Una parte consistente del suo esercito, circa 30.000 uomini, venne sorpresa dal vento impetuoso detto Kamsin  e scomparve nel nulla. Fu un disastro militare ed una tragedia umana al tempo stesso e di questo scrisse lo storico greco Erodoto, nelle sue storie.

Il luogo dove L’Armata Perduta di Cambise venne colta di sorpresa dal kamsin, pare si trovi  a Berenice Pancrisia, nella piccola oasi di Bahrin vicino all’oasi di Siwa, dove due fratelli italiani, i Castiglioni, hanno trovato numerose testimonianze scavando nella sabbia.

 

Poco lontano dall’oasi di Baharia incontriamo una depressione chiusa, chiamata sebkha, costituita da un suolo salino e da un lago salato qui presente da migliaia e migliaia di anni. E’ circondata da una delle propaggini dell’oasi. Nonostante le acque del lago siano molto salate ho potuto notare sul bagnasciuga migliaia e migliaia di larve di moscerini e mosche che considerano queste sponde come la loro incubatrice.

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Il clima arido permette solo ad alcune specie di piante e animali di sopravvivere nel deserto, il cui sottosuolo nasconde in realtà immense falde acquifere. Dove queste salgono di più verso la superficie l’uomo ha scavato dei pozzi per l’acqua, creando così le oasi.

 

Se vuoi maggiori informazioni sulle nostre spedizioni alla scoperta del deserto egiziano e della bellezza delle sue oasi, scrivimi o contattami, sarò lieta di condividere con te lo stupore e la meraviglia che i nostri viaggi ispirano.

 

mail: viaggi.laquesabe@gmail.com

        bielefrute@hotmail.it

 

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