giovedì 22 novembre 2012

UN VIAGGIO NEL DESERTO EGIZIANO

Il deserto del Sahara emana una forza che scaturisce dalla sua vastità e un fascino che proviene dalla sua selvaggia bellezza. Il viaggio compiuto in questo paesaggio che sembra onirico, non lo si dimentica mai più.

 

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Nel deserto la natura ha creato un mondo d’incantevole desolazione, dove fin dall’età della pietra, gli uomini hanno cercato di lasciare un segno. Viaggiare in Egitto, in questi luoghi è come tornare all’origine del mondo

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Questo posto mi piace così tanto perché nella vastità e nella solitudine del deserto, tutto è libero.

Mi dà un senso di libertà. E’ un posto meraviglioso dove vivere. Quando ci si trova nel deserto, in particolare di notte, fra le dune, circondati dall’infinito, scatta qualcosa che spinge a chiedersi qual è il nostro ruolo nell’Universo.

 

Si prova la sensazione di essere solo una minuscola particella nell’immensità del cosmo.

Non mi sono mai sentita in pace con me stessa e con il mondo come quando mi sono trovata nel deserto. Si può restare lì e non vedere anima viva per giorni. E di questi tempi è difficile!

 

Trovarsi in quel mondo apparentemente così sterile, ti fa capire una cosa: è solo un’impressione che lì non vi sia nulla, in realtà, a ben vedere, il deserto è pieno di vita.

Il deserto è un luogo davvero straordinario che può anche diventare pericoloso, se nel viaggio non ci sono guide esperte, ma è anche eccezionalmente bello.

 

Visto dallo spazio il deserto del Sahara appare come un’enorme macchia di terra bruciata sul nostro globo terrestre.

Con un’estensione di circa nove milioni di chilometri, tocca undici Stati diversi dell’Africa settentrionale e centrale, occupando un’area grande quasi l’Europa.

 

Il deserto del Sahara è vastissimo. Si può viaggiare per giorni e giorni senza incontrare nessuno sul proprio cammino.

La gente del luogo, i Tuareg, i Beduini, i Berberi, dicono che fu Allah a cancellare ogni forma di vita; alberi e vegetazione, per avere un luogo dove rimanere in pace, dove passeggiare tranquillo e meditare.

I musulmani chiamano il deserto del Sahara, il “giardino di Allah”.

In quell’immensa desolazione si sentono più vicini al divino.

 

Per tutti il deserto è un luogo ostile dove il caldo è insopportabile in estate. E’ l’ambiente più infuocato del Pianeta ma è il viaggio più bello e più intrigante.

Nel settembre del 1922 nel deserto del Sahara si toccò la temperatura record di quasi 58° C. all’ombra.

 

Le temperature possono toccare picchi elevatissimi che possono raggiungere anche i 65° C:

potreste rompere un uovo sul cofano della vostra auto e farvi una frittata, tanto è il calore!

Però, anche nel deserto del Sahara piove; è uno degli aspetti più straordinari. Possono esserci anche degli acquazzoni ma, essendo così caldo, l’acqua non raggiunge il suolo; non si sente cadere la pioggia perché essa evapora istantaneamente per il calore.

 

Nonostante il grande caldo, nel deserto soffia quasi sempre il vento. Esso spirando continuamente modella le dune, una delle caratteristiche distintive del paesaggio desertico. Alcune dune sono molto imponenti, alte come grattacieli.

 

In mezzo al deserto a volte capita di udire dei suoni cupi o dei sibili; si dice che sono le dune che “cantano”. Alcuni studiosi sono riusciti a registrare questo straordinario fenomeno.

Anch’io ho udito le dune “cantare”; è un suono simile a quello che si ottiene soffiando nel collo di una bottiglia di vetro. Naturalmente, con la forza dell’immaginazione, quei suoni possono diventare delle vere e proprie parole.

Gli arabi, infatti, credono che nel deserto vivano creature soprannaturali che si chiamano “jin”. Essi sarebbero una sorta di spiriti della natura che non si fanno mai vedere ma sussurrano alle orecchie delle persone.

 

In profondità, sotto le dune aride, è nascosta una preziosa risorsa che ha reso possibile lo sviluppo di insediamenti umani nel deserto del Sahara.

Qua e là, nella vastità del deserto, l’acqua sgorga in superficie con la sua benefica forza. Nel deserto del Sahara l’acqua non è venerata solo come fonte di vita ma anche come elisir per l’anima.

Sotto al deserto c’è una tale quantità d’acqua pari a quella dei Grandi Laghi del Nord America. Queste falde acquifere si sono formate grazie alla pioggia che da migliaia di anni si è accumulata nel sottosuolo.

 

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Nell’oasi di Siwa, in Egitto, ci sono 200 sorgenti; i contadini da secoli vi attingo l’acqua per bere, per la casa, per far da magiare e per irrigare i campi.

L’uso della stessa fonte è ripartito a turni durante il giorno. Ognuno può attingervi a ore prefissate. Grazie alle sorgenti possono innaffiare le palme da datteri e gli ulivi.

Siwa è un’oasi rigogliosa in un’immensa distesa arida; essa conserva le tracce di una storia passata molto di grande interesse.

 

Il deserto egiziano è così ricco di storia, di fascino, di mistero, di bellezza che dopo il primo viaggio, si progetta subito un altro.

Penso che come esiste un “mal d’Africa”, così esiste per me, il “mal di deserto”.

Non si può lasciar passare molto tempo fra un viaggio nel deserto e l’altro, perché la nostra anima ha bisogno di libertà, di grandi, immensi, incontaminati spazi dove poter guardare le stelle e riconnettersi al nostro passato stellare per sentirsi di nuovo figli degli Dei.

 

Proverbio della gente del deserto:

"Dio ha creato le terre con laghi e fiumi perchè l'uomo possa viverci.

E il deserto affinchè possa ritrovare la sua anima".

 

Se vuoi far parte dei nostri insoliti e straordinari viaggi nel cuore del deserto egiziano, scrivimi, contattami o seguimi sul blog.

 

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